Treofan, nuovo sciopero dopo il tavolo tecnico

Treofan, nuovo sciopero dopo il tavolo tecnico
TERNI Al via dalle 10 di stamani un nuovo sciopero alla Treofan di Terni. Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil e Ugl chimici  hanno proclamato un’ulteriore...

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TERNI Al via dalle 10 di stamani un nuovo sciopero alla Treofan di Terni. Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil e Ugl chimici  hanno proclamato un’ulteriore mobilitazione, per un pacchetto di 24 ore complessive, dopo il tavolo tecnico di venerdì con l’azienda, in cui - secondo le sigle sindacali - non sono stati dati chiarimenti sul futuro dello stabilimento del polo chimico ternano, di proprietà del gruppo Jindal. I lavoratori si sono ritrovati in presidio davanti alle portinerie degli automezzi della fabbrica, per impedirne l’ingresso. Presenti anche il deputato di Forza Italia Raffaele Nevi e il senatore di Italia Viva Leonardo Grimani. «Non abbiamo avuto le risposte che ci attendevamo - ha spiegato la segretaria provinciale della Filctem Cgil, Marianna Formica - ci aspettiamo che vengano riportati gli ordini presso questo sito, che si sta svuotando, mentre si stanno portando le produzioni verso gli altri stabilimenti, quello di Brindisi e quelli di Germania, Belgio e Olanda». I sindacati chiedono anche che «vengano portate a 

Terni attrezzature e materiale presenti nel sito chiuso di Battipaglia». «Ne abbiamo necessità - ha continuato Formica - e non vogliamo che vengano spostati su altri siti. Crediamo che il sito di 
Terni sia molto profittevole e fondamentale per il polo chimico e per la chimica dell’Umbria. Lotteremo affinché non venga chiuso». Domani la protesta di una delegazione di lavoratori e sindacalisti si sposterà proprio a Battipaglia, dove è atteso il management del gruppo per una delle visite che saranno dirimenti per decidere la distribuzione dei macchinari. «Troviamo strano che macchinari ancora Treofan - ha commentato il segretario della Femca Umbria, Fabrizio Framarini - visto che la fusione con Jindal non c’è stata, possano andare in altri siti. Ci aspettiamo un diretto interessamento del Mise». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero