Largo Cairoli, torna alla luce un pavimento di epoca romana

I lavori in Largo Cairoli
Non si tratta di una piccola porzione, ma di due metri quadrati di lastricato risalente alla Terni romana. Sono emersi nel corso dei lavori di scavo per la sistemazione di largo...

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Non si tratta di una piccola porzione, ma di due metri quadrati di lastricato risalente alla Terni romana. Sono emersi nel corso dei lavori di scavo per la sistemazione di largo Cairoli; un ritrovamento atteso, sperato, ancora da catalogare e valutare, che gli esperti avevano dato come molto probabile. Tre metri sotto al piano stradale un tesoro nascosto. Il pensiero va agli altri reperti emersi anni fa a pochi passi da largo Cairoli, per i lavori in piazza Valnerina, piazza Buozzi per le mappe. Si trattava di un muro che, all’epoca la Soprintendenza ipotizzò appartenere ad un mausoleo, una tomba di qualche personaggio importante e poi, a qualche metro di distanza, vennero rinvenute anche altre tombe, queste alla cappuccina.

Ed ora i nuovi reperti archeologici venuti alla luce, comincia a riemergere l’antica città romana. Questi ultimi ritrovamenti si potranno lasciare a vista? Saranno così rilevanti da non poter essere interrati? «Considerando la zona e quello che è emerso nel sottosuolo negli anni precedenti potremmo anche trovare in largo Cairoli reperti delle mura romane della città. Bisogna andare a fondo con i saggi, vedere cosa e in che condizioni si trova. Per ora siamo ancora in una fase di valutazione per cui non possiamo sbilanciarsi, ma solo fare ipotesi. In queste situazioni se i reperti non sono rilevanti si interrano e si procede con i lavori. Vedremo cosa si troverà», dicono alla Soprintendenza per i Beni Archeologici. Per avere un quadro più chiaro della situazione bisognerà aspettare almeno il mese di settembre. «Noi seguiamo alla lettera le indicazioni della Soprintendenza, se c’è da aspettare aspetteremo per sistemare a verde l’area di via Cairoli. Non possiamo che affidarci agli esperti», chiosa Maurizio Cecconelli, assessore alla cultura del comune di Terni. I reperti di epoca romana si trovano vicinissimi alle fondamenta del convento delle Carmelitane Scalze costruito in largo Cairoli nel 1618, per volontà di Don Angelo Tramazzoli che interpretò come segno divino il sogno di due donne ternane, Artemisia Benaducci e sua figlia Maria Angela, che furono tra le prime cinque monache ad entrare nel convento di Terni. Avevano sognato di essere religiose vestite di scuro con un mantello bianco, l’abito dei Carmelitani. Ecco perché il convento è stato dedicato all’ordine dei carmelitani. Le fondamenta dell’edificio seicentesco sono riemerse all’inizio nel corso dei lavori di largo Cairoli, ma più si scende in profondità e più si torna indietro nel tempo. «Pensiamo che si tratti delle fondazioni del convento, ed in particolare di quelle del chiostro e ci potrebbe essere anche un portico interrato. La zona è stata bombardata ed alcune parti potrebbero anche essere state tamponate con le macerie. Insomma il sito è complicato per questo dobbiamo indagare», aggiungono in Soprintendenza.

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Il Messaggero