Terni, la parità di genere e i premi per le aziende virtuose al centro di un convegno alla camera di commercio

Terni, la parità di genere e i premi per le aziende virtuose al centro di un convegno alla camera di commercio
TERNI -   "La parità di genere nel Pnrr e la certificazione della parità di genere: un’opportunità concreta per le aziende...

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TERNI -   "La parità di genere nel Pnrr e la certificazione della parità di genere: un’opportunità concreta per le aziende umbre”. E' il tema dell'incontro che, promosso dalla consigliera di parità della Provincia di Terni, Vittorina Sbaraglini, e dalla consigliera supplente, Ivana Bouchè, nell’ambito della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, si terrà lunedì 21 novembre, alle 15 e 30, nella sede della camera di commercio.

Ai lavori parteciperà anche la presidente della Provincia, Laura Pernazza, che porterà il saluto dell’amministrazione e sottolinerà l’importanza di incontri di questo genere per aggiungere elementi di riflessione e approfondimento sul tema della parità di genere che va affermata in ogni occasione e circostanza.

"La certificazione della parità di genere, prevista dalla legge n.162 del 2021 nell’ambito della missione 5 del Pnrr - spiega una nota dei promotori - è uno strumento di governance volto alla generazione di valore per le aziende e i loro stakeholders, teso a migliorare l’immagine dell’organizzazione e a creare un ambiente di lavoro inclusivo, in grado di promuovere la presenza e valorizzare il contributo delle donne".

Per la certificazione di genere sono destinati 10 milioni di euro.  Per le aziende virtuose è previsto tra l'altro un esonero parziale del versamento dei contributi previdenziali dei lavoratori, una premialità per la concessione di aiuti di stato o finanziamenti pubblici in genere, un miglior posizionamento in graduatoria all’interno di bandi di gara per l’acquisizione di servizi e forniture.

Le consigliere di parità Sbaraglini e Bouchè, hanno voluto inserire questa iniziativa tra gli eventi del 25 novembre perché "ritengono che la violenza sulle donne tragga origine da una cultura fondata su stereotipi di genere, che negano la parità e relegano la donna ad un ruolo subalterno. Solo dando alle donne il giusto riconoscimento del diritto al lavoro ed all’autonomia economica, nonché il diritto ad uno stipendio al pari degli uomini - dicono - si potrà superare la disparità che le vede come soggetti deboli e che genera il terribile fenomeno della violenza sulle donne ed i femminicidi”. 

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Il Messaggero