Sono stati anni di tensioni, mobilitazioni, cassa integrazione e presidi, per le lavoratrici e i lavoratori degli stabilimenti di Sangemini e Amerino. E sono stati anche anni di...
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Venerdì 2 ottobre ancora in piazza, stavolta ad Acquasparta, dalle ore 9,00 alle ore 12,00, davanti ai cancelli dello stabilimento Amerino e poi sotto la sede del Comune, per continuare la campagna di protesta e sensibilizzazione nei confronti di una proprietà che resta silente. Lavoratori, Rsu, sindacati, si rivolgono ancora una volta alla Regione Umbria, chiamata a prendere una posizione netta in questa vicenda. A fare acqua è il Gruppo Pessina, con otto siti produttivi distribuiti in tutto il Paese, 26 sorgenti disponibili, 27 linee di produzione e 400 dipendenti. Dopo anni vissuti a colpi di nuove acquisizioni e promesse di rilancio degli stabilimenti di cui si entrava in possesso, arriva la notizia dell’apertura di concordato in bianco a fine febbraio. Mesi di sacrifici e di tensioni da parte dei lavoratori, che si dicono però «stremati». Interviene il sindaco di Narni Francesco De Rebotti: «la situazione drammatica della Sangemini deve necessariamente ed immediatamente impegnare le istituzioni su due punti ormai chiari». «Il primo - spiega De Rebotti - chiedere con decisione e fermezza, attraverso il Mise e la Regione, la messa a disposizione del piano industriale in concordato. Ciò affinché siano resi evidenti i contenuti per verificarne la corrispondenza con gli impegni sottoscritti nel 2018 in quell'accordo sofferto di cui mai si ha avuta la disponibilità di seguire nella sua attuazione, malgrado quanto stabilito nero su bianco. Il secondo, tenendo conto della permanente indisponibilità della proprietà a discutere i contenuti del piano, a chiedere che si attrezzi immediatamente un tavolo tecnico partecipato da Regione e Mise per individuare un piano alternativo, di collocazione sul mercato della produzione che, ricordo, attiene alla gestione di un bene pubblico come l'acqua, oggetto di concessione pubblica».
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Il Messaggero