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«L’Umbria ha cambiato marcia». Lo dice sicura la presidente della giunta regionale, Donatella Tesei tra il bilancio dell’anno che finisce e gli obiettivi di quello che verrà. Ha cambiato marcia e guarda al futuro così: «Abbiamo programmato l’obiettivo del cambiamento, lo stiamo perseguendo». Snocciola i numeri di Svimez e Prometeia, un po’ di Banca d’Italia per dire che l’Umbria trovata dalla giunta di centrodestra nel 2019, non è quella di oggi: «Il livello più basso di disoccupazione nella storia della regione sta lì a dimostrarlo». E non sarà la riforma Calderoli, con l’autonomia differenziata, a mettere i bastoni tra le ruote. «Non la tempo-spiega la presidente sotto agli stucchi del salone d’onore di palazzo Donini- perché c’è un lungo lavoro preparatorio alle spalle e ogni regione potrà scegliere su quali materie muoversi». Preoccupa di più la crisi internazionale, il caro energia che ha terremotato, insieme al Covid, i conti della sanità, ma quel «l’Umbria ha cambiato marci», fa pensare che anche le tempeste che i meteorologi di economia e politica ogni tanto brandiscono faranno meno paura.
L’anno nuovo, giusto per spiegare l’idea del futuro, guarda allora, a due emergenze che devono dare all’Umbria uno scatto dal punto di vista della crescita strutturale: l’inverno delle nascite e la fuga dei cervelli nella regione che in un anno ha perso quasi settemila residenti. Misure che la giunta in parte ha già nero su bianco e in parte ha in cantiere. Si tratta di sostegni alle neomamme e ai neolaureati. «Misure che sono rivolte- ha detto la presidente Tesei- a due grandi problemi, rilevanti non solo per la nostra regione ma anche per il sistema Paese, come quelli legati alla demografia, con numeri drammatici relativi alla natalità, e alla spinta centrifuga dei nostri giovani».
IL DETTAGLIO
Le donne residenti in Umbria (lavoratrici e non, con Isee massimo di 30 mila euro) che faticano a conciliare tempi di vita del nascituro e tempo di lavoro, nel primo anno di età del figlio avranno un supporto economico di 1.200 euro, una tantum. «Sarà così coperto il bisogno di mille mamme - ha spiegato la governatrice Tesei - con questa misura che nasce già come strutturale e che quindi sarà ripetuta per cinque anni». Misure che si aggiungono a quello che è stato il bonus bebè, e a quello che sono gli interventi per lo sport e per i centri estivi che sono uno dei punti chiave dell’assessorato guidato da Paola Agabiti.
Nella sfida dell’Umbria del futuro, i giovani hanno un ruolo chiave. Così la Regione metterà in campo interventi per i neolaureati. Una misura realizzata anche con i risparmi di presidenza e assessorati che ha l’obiettivo di formare, per un anno, i giovani neolaureati nelle imprese della regione. Impegno a cui verrà corrisposta una contropartita economica. «Chiediamo alle imprese della regione di partecipare a questo fondo- ha detto la presidente- che finanzierà l’impegno dei neolaureati, occasione che servirà ai nostri giovani per farsi conoscere e apprezzare nella loro regione».
Sul fronte del lavoro l’assessore allo Sviluppo Economico, Michele Fioroni, ha annunciato tre milioni di euro per i lavoratori più svantaggiati, quelli che hanno da colmare un gap maggiore con le richieste del mercato del lavoro e che si riqualificano con più difficoltà. A proposito di lavoro: la misura ReWork che con 13,5 milioni di euro sul tappeto, ha creato 1.666 occasioni di lavoro.
RIPRESA E RESILIENZA
Se da una parte la Regione guarda a misure che invertano la tendenza su denatalità e fuga dei cervelli e guardano a chi sul fronte del mondo del lavoro sta nelle retrovie del mercato, dall’altra ha deciso di giocare un ruolo di regista nell’operazione del Pnrr.
Il Messaggero