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PERUGIA La storia della sanità che non piace, che respinge il cittadino, parte dall’ospedale Santa Maria della Misericordia, plana in un Cup, sbatte sulla maschera di un computer e atterra nelle casa di due anziani aprendo una scenario di difficoltà e incertezza.
La storia la racconta una lettera arrivata in redazione, la persona che ha bisogno di cure è una donna di 78 anni che è affetta dal linfoma di Hodgkin. Lo specialista dell’ospedale di Perugia ha bisogno di una serie di esami per seguire l’evolversi della malattia e l’efficacia delle cure nella paziente. E fissa una data entro cui farle: febbraio del prossima anno. Perché quella è la data della visita periodica con cui verificare lo stato di salute della paziente. È logico che senza quella prestazione (una ecografia), la visita non avrà valore. A meno che la doppia ecografia non venga fatta in tempo dal privato.
Ecco la storia della prenotazione impossibile.
«Questa mattina mi sono recato, assieme a mia moglie, presso il Cup di San Sisto per prenotare una ecografia all’addome superiore ed inferiore da presentare, assieme ad altri accertamenti in ematologia, agli inizi di febbraio, come da programma indicato dal medico che ha in carico la paziente e di posti disponibili, per l’ ecografia in argomento, entro tale data non ce ne sono e nemmeno c’è la possibilità di presa in carico dell’accertamento, così ci è stato detto e nemmeno è stata indicata una alternativa possibile, per rispettare i tempi previsti per le gravi patologie in corso e nel rispetto della tempistica prevista dal Servizio sanitario nazionale».
La cosa incredibile, a sentire chi ha raccontato la stiria che non è la prima volta che la doppie ecografia non è possibile prenotarla al Cup. La stessa situazione si era verificata otto anni fa. «Per quel motivo- è scritto nelle lettera dal marito della paziente che ha bisogno dell’ ecografia-avevo chiesto alla direzione sanitaria, se non fosse il caso che, in fase di visita di controllo (semestrale o annuale) per gravi patologie croniche, che prevedono, appunto, aggiornamenti sullo stato di salute dei pazienti, non sia quello il ‘momento’ opportuno per fissare gli accertamenti da effettuare, invece di far girare a vuoto i malati da un Cup all’altro per cercare di trovare (spesso inutilmente) il giorno e la struttura pubblica disponibile ad effettuare le prestazioni nei tempi previsti dalla visita precedente».
Altro giro, altra corsa.
Il Messaggero