PERUGIA - Trecentomila euro di debiti, tre case sparite una dopo l’altra. Il buco il cui si è infilato un professionista perugino è il gioco. Poi...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Non paga i debiti, gli usurai pubblicano sul web fotomontaggi porno della figlia minorenne
Gioco d'azzardo: slot, debiti e fumo, ecco l'identikit del giocatore "problematico"
L’allarme dei soldi bruciati per il gioco suona chissà quante volte. E alla porta di Federconsumatori suonano in tanti. Tanti malati di gioco. «Non chiamatela ludopatia-dice Alessandro Petruzzi, leader perugino di Federconsumatori- ma azzardopatia. Seguiamo situazioni molto difficili, ma parliamo chiaro: chi viene da noi prima di una tutela legale e di un supporto tecnico deve trovare e avviare un percorso di cura ai servizi. Ecco perché siamo in contatto con il centro regionale di Foligno. Chi ha un problema con il gioco lo mandiamo lì, poi ci muoviamo anche noi».
Il supporto di Federconsumatori significano avvocati ed esperti per uscire dai labirinti dei finanziamenti aperti per coprire un buco dietro l’altro. Ancora Petruzzi: «Ci sono tanti giovani che finiscono in quel giro. Tra i 33 e i 36 anni è la fascia di età che assistiamo di più. Ma abbiamo avuto anche due ventisettenni che per i soldi persi al gioco hanno perso il lavoro». E le finanziare per dare prestiti vogliono vedere la busta paga.
«Il buco nero-dicono ancora da Federconsumatori- è alimentato, spesso, dalle giocate al Gratta e Vinci. C’è chi compra tagliandi anche a botte di 400 euro. Basta andare nei punti vendita per capire chi sono i clienti di video lottery, scommesse sportive, gratta e vinci e lotterie istantanee. Lo spaccato che si presenta ai nostri uffici per chiedere aiuto è quello».
L’ultimo caso è quello di una coppia in cui lui gioca e lei cerca di tirarlo fuori dal vizio. «La banca con cui sono esposti- racconta Petruzzi- ha emesso un decreto ingiuntivo che scade nei prossimi giorni. A fronte di 30 mila euro di prestito, la somma da restituire è lievitata sui 40 mila. Contattiamo lo studio legale del Nord a cui ha dato l’incarico la banca. Arriviamo a una ipotesi di rientro per bloccare l’ingiunzione: sessanta rate mensili. Cioè cinque anni. Poi succede l’incredibile».
L’incredibile è la telefonata che la coppia riceve da uno strano personaggio. Che sa tutto di loro. O meglio: del loro debito. La proposta più o meno è questa: «Pagatemi 20mila euro entro sabato e la partita con la banca ve la sistemo io». L’uomo misterioso lascia telefonino e indirizzo di posta elettronica. L’indagine di Federconsumatori racconta che a quegli indirizzi corrisponde una società di recupero crediti. Il nodo è capire come si sia mossa se, invece, la banca ha incaricato uno studio legale per trovare una soluzione. Possibile che sotto ci sia un mercato dei crediti da riscuotere in cui chi fa prima mossa incassa e fa chiudere le partite anche più scomode. Ma sarà vero? O c’è altro? Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero