Gioco d'azzardo: slot, debiti e fumo, ecco l'identikit del giocatore "problematico"

Gioco d'azzardo, i "problematici" preferiscono le slot, si indebitano e giocano lontano da casa
Chi ha problemi con il gioco d'azzardo preferisce le Slot, si indebita e tende a giocare lontano da casa. È questo il profilo che emerge dallo studio...

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Chi ha problemi con il gioco d'azzardo preferisce le Slot, si indebita e tende a giocare lontano da casa. È questo il profilo che emerge dallo studio dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss) e Agenzia dei Monopoli presentato oggi a Roma. I giocatori vengono divisi in due categorie, "problematici" e "sociali" e i dati emersi delineano una tendenza molto precisa: gioca alle Slot il 52% dei problematici contro il 12% sociali, e anche per le Videolottery (Vlt) c'è una grande differenza, il 33,6% contro il 2,5% dei giocatori sociali.


Si gioca di più nel centro Italia anche se la prevalenza di problematici è molto sotto la media, 1,7% contro il 3% di media nazionale; nelle isole è il contrario, con la prevalenza dei problematici che è superiore alla media nazionale a fronte di meno giocatori. Tra i giocatori problematici è maggiore la percentuale di chi fuma (44,5% contro il 31,7%), di chi beve e di chi consuma sostanze stupefacenti. «Il giocatore problematico - spiega Roberta Pacifici dell'Iss - ha ottenuto la cessione del quinto (il 5,8%), prestiti da parenti e amici (il 27,7%), da società finanziarie (11,1%) o da privati (14,2%) in percentuale maggiore rispetto ad altri giocatori, e tale situazione si manifesta con percentuali crescenti all'aumentare della gravità del comportamento di gioco».

I giocatori problematici scelgono più spesso (30%) di quello sociali (14,5%) di giocare sulla base della pubblicità vista o sentita. «Le evidenze emerse - ha commentato Roberto Fanelli, Direttore Giochi dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli - ci confermano che le azioni di contrasto al gioco patologico che l'Agenzia ha messo in campo vanno nella giusta direzione, ma siamo solo all'inizio. Stiamo già lavorando ad altre misure. L'occasione più appropriata è sicuramente il decreto dignità che promuove il riordino normativo del settore». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero