PERUGIA - Conoscere la corretta e moderna coltivazione di piante officinali con la doppia finalità di farne strumenti di arredo urbano e coltivazioni di base. È...
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Sono state 15 le persone che, «con grande entusiasmo e ottimi risultati», è stato ricordato durante l’incontro, hanno partecipato al corso gratuito, rivolto a soggetti disoccupati, inoccupati e con fragilità economiche e sociali, che ha previsto 128 ore di formazione pratica e specializzata, finalizzata all’inserimento lavorativo. “Persone di età diverse con culture e percorsi di vita differenti – ha commentato Carla Schiaffelli – per le quali il corso è stato un momento di motivazione. Questo si è rivelato un progetto di scambio inclusivo”. Attenta la selezione del corpo docente. «Tutti professionisti – ha spiegato Beatrice Marucci –, alcuni anche di fama nazionale, non docenti di mestiere ma altamente qualificati nel loro lavoro che hanno affiancato con passione i partecipanti». Tre le aiuole interessate dall’intervento, tutte caratterizzate da andamento curvilineo e forma circolare, attorno alle camere, alla cucina e all’ingresso della struttura di proprietà del Comune di Perugia che ospita beneficiari del progetto Sprar Siproimi. «Per ciò che riguarda la messa a dimora – ha proseguito Schiaffelli – abbiamo scelto piante rustiche, profumate che arredano ma allo stesso tempo che richiedono bassa manutenzione e danno massima resa». «Questa scelta – ha aggiunto Marucci - ha permesso di apprezzare anche l’uso di piante officinali in aree urbane, si tratta in tutti i casi di progettazioni calate nella realtà».
«Credo si tratti – ha commentato l’assessore Cicchi – di un corso di grande successo, il merito va ai docenti, ai progettisti e alla cooperativa Perusia che come sempre dimostra forza nel portare avanti iniziative che sono una ricchezza. Ringrazio anche i corsisti per aver preso questo impegno con serietà. Questo progetto è un esempio di come il sociale ormai non sia più solo assistenza alle persone ma significhi lavorare con la comunità nel territorio e per il territorio. Un progetto che mette insieme l’aspetto sociale e quello di prendersi cura del luogo in cui si vive. Abbiamo bisogno di riscoprire la nostra città, angoli che necessitano di attenzione, e di averne cura. Tanto più questo è importante se lo si fa con ragazzi che vengono da altri Paesi e si trasferiscono loro questi valori». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero