Terni, appello per salvare i reperti di Largo Cairoli: dai lavori riemergono tracce del passato romane e medievali

«I ritrovamenti meritano di non essere interrati ma visibili», secondo Michele Rossi (Terni Civica)

Terni, appello per salvare i reperti di Largo Cairoli: dai lavori riemergono tracce del passato romane e medievali
TERNI        Largo Cairoli è una delle aree della città interessata dall’opera di rinnovamento e riqualificazione attuata grazie...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

TERNI        Largo Cairoli è una delle aree della città interessata dall’opera di rinnovamento e riqualificazione attuata grazie al Piano Periferie; scavare in un’area ricca di storia e di cultura come il centro Italia, tuttavia, porta sempre a galla nuove sorprese. Tenere conto delle tracce del passato che emergono dal sottosuolo possono essere testimonianza della Terni di un’altra epoca. Sono emersi archi e mura dell’antico convento carmelitano dei santi Giuseppe e Teresa, cui era affiancata anche una chiesa, resti delle abitazioni medievali, tracce delle mura romane. Davanti alla ri - scoperta non è tardato ad arrivare l’appello per salvare i reperti, in particolare dal consigliere di Terni Civica Michele Rossi: «Il precedente progetto di sistemazione dello spazio dovrà essere aggiornato con soluzioni architettoniche che tengano conto di quanto scoperto: per questo gli uffici competenti stanno studiando nuove soluzioni progettuali confrontandosi costantemente con la Soprintendenza regionale. Occorre perseguire l'obiettivo della massima fruibilità delle evidenze storiche riemerse», spiega, «che meritano di essere valorizzate lasciandole quanto più possibile alla vista, sfruttando i necessari salti di quota per dare una maggiore suggestione alla sistemazione a verde dell’area».

Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero