Terni, convegno sul Telamone Rossi (Terni civica): «Potrebbe aiutare a riscrivere la storia della città»

Terni, convegno sul Telamone Rossi (Terni civica): «Potrebbe aiutare a riscrivere la storia della città»
TERNI   Si avvicina sabato 25, il giorno del convegno sul...

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TERNI   Si avvicina sabato 25, il giorno del convegno sul Telamone che ha da poco fatto il suo ritorno trionfale in città e Michele Rossi, il consigliere comunale che per primo si è speso per la buona riuscita di questa impresa dell’amministrazione, è sempre più convinto che la statua, 800 chili di finissimo marmo ateniese, possa divenire il simbolo di una «rivoluzione culturale» che attraverso la riscoperta dei reperti del territorio e, magari, la loro ricollocazione nel Museo Archeologico cittadino, possa restituire una nuova considerazione nell’ambito di storia e archeologia ad Interamna Nahars. «Il Telamone, infatti,» spiega Rossi «potrebbe essere la punta dell’iceberg di una realtà ben diversa da quella che conosciamo; ritrovato sulla Flaminia fuori dalla porta cittadina, nell’attuale piazza Fontana, nel 1971, potrebbe essere parte di un mausoleo funebre, invece che della porta romana, come si pensava: è troppo lontana. Ebbene, se un cittadino di Interamna poteva permettersi un monumento decorato con statue di marmo pentelico, lo stesso costoso marmo delle statue di Roma, doveva essere un cittadino abbiente, e la città un municipio più importante di quanto pensiamo». Quanti erano i telamoni? Venivano davvero da Villa Adriana? Quali erano le caratteristiche di Interamna? Di questi ed altri dettagli parleranno in Bct i relatori del convegno, come Francesco Usai, Andrea Cristofari e Giorgio Ortolani, autore di studi sui telamoni dell’Università Roma Tre. Michele Rossi afferma che «rivendicare ciò che è della città è giusto, suscita un senso di appartenenza e di orgoglio, contribuisce allo sviluppo del turismo: non a caso, le visite del Museo Archeologico sono aumentate esponenzialmente. Senza pensare al fatto che nei grandi musei delle province questi pezzi sono “uno fra tanti”; un piccolo spazio espositivo può al contrario contribuire a dare loro una risonanza maggiore, complice l’opera di valorizzazione con convegni e manifestazioni». Infatti, la concessione del pezzo da parte di Perugia di quattro mesi sarà prolungata a cinque anni, ma è solo l’inizio dell’iter per il trasferimento definitivo. «Il prossimo impegno» conclude Rossi «è quello che riguarda i pezzi della cosiddetta “necropoli delle acciaierie”, conservati in parte nei magazzini del museo di Perugia e in parte a Villa Giulia a Roma. Sarà ancora più difficile, ma sapremo dimostrare che meritiamo che i reperti tornino a casa e che amiamo conoscerli e valorizzarli».
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Il Messaggero