PERUGIA - Le mosse sono attente in un panorama complesso. Ma sui tamponi molecolari effettuati dai laboratori privati si stanno muovendo i carabinieri del Nas. Quasi un...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Così, per esempio, i carabinieri del Nucleo tutela della salute si stanno muovendo per incrociare i dettami della varie le norme autorizzative e la conseguente aderenza da parte dei laboratori privati che hanno ottenuto il bollino blu. In attesa che anche altri che hanno richiesto l’autorizzazione possano muovere i primi passi in questi tipo di mercato.
Un mercato che, come riportato nell’edizione di ieri, ha interessato gli umbri ma in maniera ancora relativa. In poco più di un mese, secondo i dati forniti dalla Regione, dal 28 luglio al 30 agosto, sono stati effettuati 1.536 tamponi a pagamento. E la parte del leone lo hanno fatto i laboratori delle strutture pubbliche. Cioè la richiesta di muoversi in maniera privatistica ha portato gli umbri più verso i due ospedali di Perugia e Terni e le strutture delle due Asl che ai centri abilitati dei privati. Lo dice l’ultima statistica aggiornata a fine agosto. Ma con il via libera ad altre autorizzazioni(sul sito della Regione vengono indicate quattro strutture abilitate) allungare la lista dei privati può portare a una crescita dei numeri giornalieri che dicono di circa cinquanta tamponi effettuati a pagamento al giorno. Soprattutto per motivi di lavoro, per la pratica sportiva o per chi è tornato dalle vacanze non dalle zone a rischio per cui c’è lo screening regionale e vuole stare tranquillo soprattutto se in casa o nell’entourage familiare ci sono persone anziane. Il rage di prezzo su cui si attesta il costo delle prestazioni va tra gli 80 e i 95-100 euro a tampone.
Le verifiche del Nas guardano al rispetto delle norme anche regionali, le delibere 570 del 9 luglio e la 786 del 2 settembre che ha normato il cosiddetto service, con la possibilità che un laboratorio faccia i prelievi e porti ad analizzare i tamponi in un laboratorio abilitato e in possesso del Pcr, cioè il macchinario per processare i tamponi quantificando l’Rna virale.
Tra l’altro la delibera sul cosiddetto service, stabilisce «che i laboratori privati in possesso di autorizzazione regionale possano effettuare il prelievo del campione ed affidare ad un laboratorio, autorizzato dalla Regione Umbria ai sensi della Dgr n. 571/2020, l’esecuzione del test molecolare per SARS-CoV-2». . Per chi non rispetta le indicazioni delle due delibere regionali, possono scattare le diffide. Non è un mistero che i Nas possono aver guardato con attenzione anche al caso Perugia, cioè i tamponi fatti da un privato che avevano dato esito positivo per un gran numero di tesserati, poi ridimensionati a due dipendenti positivi dopo l’intervento della Asl. Una valanga di falsi positivi che ha portato la Regione ad avviare un accertamento per capire come sia potuto accadere e dove c’è stata la falla sull’attività del laboratorio privato a cui aveva chiesto il Perugia di fare i tamponi ai tesserati. Le mosse della Regione verso il laboratorio Minerva le conferma il commissario delegato all’emergenza, Antonio Onnis: «C’è stata una diffida come prevedono le delibere prese dalla Regione. Sono in corso accertamenti per capire cosa sia successo». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero