Terni, l'appello della dottoressa Proietti: «Mio figlio fragile ancora senza vaccino ma la sua vita così è sconvolta»

Terni, l'appello della dottoressa Proietti: «Mio figlio fragile ancora senza vaccino ma la sua vita così è sconvolta»
“Sono la mamma di un ragazzo speciale costretto a cambiare...

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“Sono la mamma di un ragazzo speciale costretto a cambiare abitudini a causa della pandemia, che attende di tornare alla sua normalità”. Maria Grazia Proietti, quarant’anni passati al Santa Maria, già responsabile del reparto di geriatria dell’ospedale di Terni, solleva il problema delle persone con disturbi autistici, come suo figlio, dimenticate dal piano vaccinale della Regione Umbria. “Il 10 marzo Draghi dichiara che verrà data priorità ad anziani e fragili. Tra questi c’è mio figlio Matteo – specifica – eppure siamo arrivati alla fine del mese e ancora non sono state aperte le prenotazioni” . E’ tornata in trincea, con la pandemia, la dottoressa Proietti: al mattino presso un punto vaccinale del territorio e nel pomeriggio ad effettuare visite geriatriche a Narni e ad Amelia. Ha ricevuto la prima dose del vaccino Pfitzer il 12 gennaio e la seconda il 2 febbraio. Matteo invece no. Lui è un extraterrestre per la campagna vaccinale dell'Umbria: “Utente sconosciuto”. Ha una borsa di lavoro come assistente bibliotecario. Il Covid lo ha obbligato a rallentare i suoi ritmi per non essere esposto a rischio contagio. “E’ stato bravissimo, ha reagito al meglio - dice la mamma con fierezza - ma è un peccato che viva così isolato”. Matteo fa parte di coloro (i fragili) che dovrebbero essere vaccinati per primi nella Fase2, per i quali tarda a scattare il semaforo verde. Ha 31 anni. La mattina si concede una passeggiata all’aria aperta, in compagnia della sua mascherina Ffp2 che sembra essere diventata la sua migliore amica, perché lo “protegge” dal nemico. Il resto della giornata lo trascorre a leggere tutto quello che c’è da sapere sugli animali estinti o in via di estinzione. Il suo preferito è il Tilacino, il superpredatore, un marsupiale noto anche col nome di tigre della Tasmania. Di lui sa tutto. E anche del Dodo, il volatile dell’isola Mauritius, che non era capace di volare. “Per lui vaccinarsi - aggiunge la mamma - significa riprendere la sua attività lavorativa e poter rivedere il fratello maggiore, Michele, che lavora a Roma e che gli manca da impazzire. E’ consapevole delle conseguenze che il Covid potrebbe avere sulle persone, per questo è rispettoso delle nuove regole ed è stato lui a convincermi ad entrare a far parte di un team vaccinale. Insieme abbiamo viaggiato restando a casa. La prima volta abbiamo finto di fare il biglietto e siamo andati a visitare i musei vaticani Con la fantasia e l’aiuto di internet siamo andati anche in altre parti d’Italia”. Con il tablet Matteo segue il cambio di colore delle regioni. Conosce il valore del vaccino e attende di potersi prenotare, perché solo così potrà ritornare alla sua vita e ai suoi affetti.

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Il Messaggero