Don Fiorello porta a casa anche la benedizione del vescovo di Sanremo, monsignor Antonio Suetta. E la usa subito per tranquillizzare mamma Rosaria: «Lei ha paura che finisco...
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Merito del mattatore Fiorello più del conduttore-direttore artistico Amadeus?
«Siamo davvero uno squadra, come dice Ama. Lui è un centrocampista, io devo fare gol».
Sanremo 2020, pagelle canzoni seconda serata: Tosca 8, Junior Cally 7, Gabbani 5
Anche a costo di metterlo in secondo piano?
«Ma davvero si può immaginare che lui mi dice: Fiore sono contento che ci sei, ma non esagerare, eh? O piuttosto che si fida di me e della mia presenza e che più ci sono più è contento e più realizza il suo Festival?. Dopo il mio sketch iniziale della prima serata sarei anche potuto andare via, eravamo d'accordo così, ma... che facevo? Me ne andavo in albergo, che è attaccato al teatro? Me ne stavo solo soletto? Meglio restare, farmi trovare qui o lì».
Ma quale sarebbe il Festival ideale di Rosario Fiorello? E in quale ruolo? Ospite sia pur dilagante come adesso ma senza responsabilità o finalmente come gran timoniere?
«Da ospite a Sanremo non ci torno più, ne ho fatti troppi. Però potrei tornare come cantante, qualche amico che mi possa scrivere un brano adatto ce l'ho: Jovanotti, Sangiorgi dei Negramaro, Antonacci».
E da conduttore? O direttore artistico? O tutti e due?
«Lo escludo. Però se dovessi organizzarlo io il Festival durerebbe di meno, la lunghezza è l'unica pecca di questa edizione. Il mio Festival inizierebbe alle 20.30 e finirebbe alle 23.30. Deve essere a misura di uomo, non prevedere che ti addormenti o svieni, dovresti poterlo vedere tutto, come un concerto, un film, uno spettacolo teatrale. Gli ascolti di Amadeus sono davvero strepitosi, soprattutto pensando a quanti la tv non la accendono proprio, a quanti vedranno solo le canzoni, solo Fiorello, solo Amadeus sulle piattaforme, su YouTube».
Altri suggerimenti?
«Accorcerei anche le canzoni, due minuti e mezzo bastano».
Martedì sera ha punzecchiato la politica nei panni di Don Matteo.
«C'erano quasi tutti: i Mattei, i 5S e le Sardine che hanno fatto il miracolo di dividersi: l'avete mai visto qualcuno che divide una sardina?».
Mancava il Pd.
«Non l'ho visto».
Un Fiore che fa satira politica?
«Ma no, io non faccio satira e non sono nemmeno un comico, giusto un intrattenitore che ogni tanto lascia andare una battuta anche sui politici. E si mantiene per restare buono e buonista, che non è in insulto. Tra il bene e il male scelgo il primo».
Meglio il tuo Don Matteo o il San Francesco desnudo di Achille Lauro?
«San Francesco vince sempre. Ho visto il rapper entrare in scena e ho pensato: guarda, c'è Belfagor. Poi mi sono girato un attimo e l'ho visto nudo. Mi ha divertito molto». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero