Zaniolo, Mourinho e la Roma «bandiera d'Italia»: l'amore incondizionato dei tifosi e il sogno di un trofeo europeo

Il Leicester sarà il terzo club inglese che la Roma affronterà nell'ultimo quinquennio in semifinale in Europa

Zaniolo, Mourinho e la Roma «bandiera d'Italia»: l'amore incondizionato dei tifosi e il sogno di un trofeo europeo
Tutto in una notte. La qualificazione alle semifinali di Conference League (la terza a livello europeo negli ultimi 5 anni), la rivincita contro il Bodo/Glimt, il ritorno di...

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Tutto in una notte. La qualificazione alle semifinali di Conference League (la terza a livello europeo negli ultimi 5 anni), la rivincita contro il Bodo/Glimt, il ritorno di Zaniolo, l'Olimpico in “formato Colonia” e una squadra che come ha dichiarato Mourinho nel post-gara è ormai «la bandiera d'Italia». In Europa infatti è rimasta soltanto la Roma. E poco importa che la manifestazione sia la terza per importanza. Un movimento calcistico come il nostro, fuori per la seconda volta consecutiva dai Mondiali, eliminato dalla Champions e dall'Europa League, non si può permettere di aver gusti eccessivamente difficili, esigenti e ricercati. Anche perché, dando un'occhiata alle 8 semifinaliste tra Europa League e Conference League, il livello delle contendenti appare alquanto simile. Tuttavia quello che ha regalato la notte contro i norvegesi, è stata soprattutto una compattezza ritrovata. Pubblico e squadra sono diventati una cosa sola, come da tempo non si vedeva.

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MATRIMONIO PERFETTO

Ed è questa la grande vittoria di José. Perché in 8 mesi stravolgere il canovaccio e la rosa di una squadra abituata amabilmente a competere e non a vincere, era un'impresa improba anche per uno come lui. Ma l'esser riuscito a far fronte comune, giocando sulla dialettica a dir poco Special e confidando spesso e volentieri sulla strategia della tensione nell'ingigantire un nemico o più semplicemente a crearsene uno, lo ha reso il condottiero che da queste parti si aspettava da tempo. Lui, dal canto suo, ha trovato invece nella Roma e nella sua gente, quello che gli era mancato nelle ultime esperienze lavorative al Manchester United e al Tottenham: l'amore incondizionato. Ne aveva bisogno e chi lo conosce bene racconta come in questi mesi si stia letteralmente ricaricando.

 

Nel farlo, sta portando avanti un progetto che già al primo anno potrebbe essere vincente. Perché l'occasione di alzare la Conference League è ghiotta. Ok, il Leicester sarà il terzo club inglese che la Roma affronterà nell'ultimo quinquennio in semifinale in Europa. Ma con tutto il rispetto della squadra allenata da Rodgers, non è né il Liverpool di Mané, Salah e Alisson e tantomeno il Manchester di Cavani, Bruno Fernandes e Pogba. Una buona squadra, che in Premier galleggia al 9° posto, con buone individualità (Tielemans, Schmeichel in porta, Maddison) ma con il grande punto interrogativo legato a Vardy. Fermo per due mesi a inizio 2022 per un problema al ginocchio, il centravanti è tornato, ha giocato due gare e si è rifermato. È out da 8 gare. La sua presenza o meno farà tutta la differenza del mondo. Bene o male, come quella del ritrovato Zaniolo. Nicolò in una notte si è ripreso tutto quello che in questa stagione gli era mancato. Il posto in squadra, la fiducia della gente e di Mourinho più il feeling con il gol. Ora non deve fermarsi. E con lui, la Roma.

 

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Il Messaggero