L'Italia ha trattenuto il respiro per 10 secondi, anzi meno, in diretta dai Mondiali di Atletica in Qatar. Dopo 32 anni un italiano in finale, Filippo Tortu, che ha chiuso al...
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Sulla pista raffrescata con l'aria condizionata hanno gareggiato inoltre Yohann Blake, Justin Gatlin, Aaron Brown, Andre De Grasse, Akani Simbine e Zharnel Hughes, unico europeo con Tortu, assegnato alla corsia 2.
«Ho cercato di godermela il più possibile, perché non so quante volte mi ricapiterà. Ho cercato di rimanere decontratto e venire fuori sul lanciato. Ho poche cose in testa, appena ho tagliato il traguardo ho voluto andare a salutare la mia famiglia, che era tutta qui a vedermi, e il mio staff». Così Filippo Tortu, intervistato da RaiSport
«Sono arrivato qui che ero il 17/o nelle liste mondiali - dice ancora lo sprinter azzurro - e oggi sono riuscito ad arrivare in finale e ho fatto il mio miglior tempo dell'anno, che sottolinea l'ottimo lavoro fatto con il mio staff. Senza gli infortuni sarei andato più veloce, ma non cerco scuse e sono contento: è stata una bellissima gara, il vincitore ha fatto un tempo straordinario e sono felice di averne fatto parte e di aver rappresentato l'Italia in mezzo a tutti questi americani. Ho cercato di dare il massimo, non è stata una stagione facile ma si è conclusa nel migliore dei modi».
Qual è stato il momento più bello? «Oggi ho capito che era l'ora, il minuto, che contava - risponde Tortu -. La cosa che più mi soddisfa, oltre al mio record stagionale in finale, è che in semifinale c'erano quasi tutti gli atleti che mi avevano battuto durante l'anno: mi ripetevo nella testa che nel momento che contava li avrei battuti, così è stato ed è questa la soddisfazione più bella di questo Mondiale. Che non è finito, perché ora c'è la staffetta».
LA GARA
Coleman è forte ma anche foertunato: ha potuto gareggiare in Qatar nonostante abbia saltato tre controlli antidoping. Anomalie dell'atletica, e a proposito di gente dal passato discutibile, l'argento se lo è preso il veterano Justin Gatlin, a 14 anni dall'oro che vinse a Helsinki: oggi è resuscitato dopo che nel turno precedente aveva agguantato la finale per un soffio.
Bronzo al canadese De Grasse, celebre per essere stato immortalato nella foto di Rio 2016 quando Usain Bolt, il fenomeno che manca terribilmente all'atletica, si volta per controllare distacco sugli altri.
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Il Messaggero