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Dimostrateci che i numeri ora mentono e la fantasia al potere è sempre l'unico antidoto del successo. Oggi pomeriggio (ore 15, diretta Dazn) all'Arechi tornano insieme dall'inizio Milinkovic e Luis Alberto. Il primo si è dannato l'anima in dieci contro il Cluj sino al novantesimo; il Mago si è riposato invece insieme a Cataldi per Salerno. In campionato torna il centrocampo titolare del nuovo anno. Poco importa che contro l'Atalanta non abbia di nuovo funzionato e che le statistiche mostrino un risultato impietoso: appena 13 punti in 9 gare con Sergej e lo spagnolo dal 1'. Nella prima parte della stagione Vecino (spremuto in Conference) era diventato l'equilibratore in mezzo al campo, Luis Alberto spaccava le partite quando il ritmo era calato. In corsa il numero 10 chiudeva ogni gioco, anche con Milinkovic al suo fianco. Diventano infatti 29, i punti, in 18 gare con questo tipo di spartito.
ANDATA HORROR
Solo due volte il serbo è subentrato al Mago. Ce n'è uno che grida vendetta e merita un pronto riscatto. Ironia del destino, è quel maledetto ko contro la Salernitana all'Olimpico.
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BENE DOPO LE COPPE
Dimentichiamo anche gli arbitraggi per un attimo, nonostante Pawson abbia riscoperto il nervo. Vanno invece tenuti a mente i miseri 9 punti conquistati in questo 2023 e, più in generale, quelli gettati al vento con le "piccole" in questo campionato. Appena 21 conquistati in dodici partite contro le squadre della seconda parte della classifica, con una media di 1,75 a incontro. I biancocelesti vogliono subito invertire questo trend negativo, come hanno fatto con altri numeri del passato, quest'anno: dopo 8 partite di Coppa (6 in Europa League e 2 in Coppa Italia) 5 vittorie, 2 pareggi e un solo ko. Contro il nuovo tecnico granata, Sarri è oltretutto imbattuto (2 vittorie e 2 pari), e Paulo Sousa già si inchina al suo cospetto: «Lo stimo tantissimo, è uno dei migliori, le sye squadre vincono perché giocano con continuità sino al novantesimo. E ora ha il centrocampo più forte d'Italia alla Lazio». Milinkovic e Luis Alberto lo ascoltino e lo dimostrino.
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Il Messaggero