Anche a Trigoria attendono di conoscere quale sarà il piano a medio termine di Pallotta. Perché sul lungo periodo il proposito dell’azionista di maggioranza...
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PARTITA A SCACCHI
A questo punto sono due gli scenari possibili: 1) Nell’ottica del prender tempo, l’entrata di nuovi soci di minoranza che possano garantire, insieme a operazioni di factoring, liquidità immediata al club e permettere così l’interregno; 2) Rivalutare la società e sedersi nuovamente al tavolo delle trattative per la cessione dell’intero pacchetto, in una posizione più forte di quella attuale. Nel primo caso Goldman Sachs s’è già data da fare, inviando nuovamente il teaser di quattro pagine che illustra i vantaggi nell’entrare nel mondo Roma a diversi potenziali investitori. Brochure che è finita anche nelle mani di Joseph DaGrosa, gestore di un fondo di private equity (il General American Capital Partners di Miami) che partecipò all’acquisizione del Bordeaux 15 mesi fa insieme alla società King Street. Avventura-lampo: lo scorso dicembre ha infatti ceduto le sue quote (il 13,6%, pari a una quindicina di milioni). Tralasciando il ricordo pessimo lasciato nei tifosi transalpini, sarebbe eventualmente una figura in appoggio a Pallotta. Ma come lui sono almeno una decina i destinatari del dossier-Roma. Nel secondo scenario, al momento rimane in gioco soltanto Friedkin. Che sapendo come entro pochi mesi (probabilmente anche prima di dicembre, dovendo garantire margine di manovra al club) Pallotta dovrà comunque far fronte all’aumento di capitale (al quale i soci che lo affiancano non intendono partecipare), ha deciso di attendere. La partita infatti si gioca sulla liquidità. Quella che ad oggi la Roma non ha. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero