Radiazione Moggi, nuovo ricorso dei legali in Cassazione

Radiazione Moggi, nuovo ricorso dei legali in Cassazione
I legali di Luciano Moggi hanno presentato ricorso alla Corte di Cassazione contro la sentenza del Consiglio di Stato che ha confermato la radiazione dell'ex direttore...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
I legali di Luciano Moggi hanno presentato ricorso alla Corte di Cassazione contro la sentenza del Consiglio di Stato che ha confermato la radiazione dell'ex direttore generale della Juventus per i fatti di Calciopoli. Nel nuovo atto gli avvocati Enrico Lubrano e Federico Tedeschini fanno riferimento proprio alla sentenza del Consiglio di Stato che ha giudicato inammissibile per difetto di giurisdizione il ricorso di Moggi, sottolineando come «almeno per le sanzioni disciplinari di radiazione, la preclusione alla tutela demolitoria si configura in termini di manifesta violazione dei principi di diritto alla tutela giurisdizionale sanciti dalla Costituzione (art. 24) e dall'ordinamento europeo (artt. 6 e 13 della Cedu)».


I legali di Moggi chiedono quindi alla Cassazione «di valutare se superare direttamente tale interpretazione restrittiva sancita dalla Corte Costituzionale e ripresa dal Consiglio di Stato nella sentenza impugnata, annullando tale sentenza e rimettendo al giudice amministrativo la valutazione dell'azione demolitoria a suo tempo presentata dal signor Moggi innanzi al Tar Lazio (richiesta principale), oppure se rimettere la questione della compatibilità del 'diritto viventè sancito dalla Corte Costituzionale n. 49/2011 rispetto alle norme costituzionali ed alle norme dell'ordinamento europeo, sollevando una nuova valutazione innanzi alla Corte Costituzionale o alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea (richiesta subordinata)». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero