Mourinho e Sarri, se nemmeno loro possono fare miracoli

Mourinho e Sarri, se nemmeno loro possono fare miracoli
Saper fare di necessità virtù è una capacità molto apprezzata, soprattutto in questi tempi precari, che ci richiedono sempre più spesso di...

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Saper fare di necessità virtù è una capacità molto apprezzata, soprattutto in questi tempi precari, che ci richiedono sempre più spesso di attraversare ossequiosamente lo squallore della nostra sopravvivenza quotidiana, per poterci definire degli uomini inseriti (Gaber è sempre d’attualità). Saper fare le nozze coi fichi secchi, invece, è quello che si richiede ormai in ogni posto di lavoro, e di ogni ordine e grado, per far quadrare i conti. Pazienza se la qualità del prodotto è quella che è, cosa importa? Conta solo che i conti - perdonate il gioco di parole - tornino. Il calcio italiano vive in questa dimensione ormai da un ventennio. Le ha inventate tutte per tenersi a galla, straordinari esempi di “finanza creativa” li definiva una vecchia dirigente della Roma. Poi, però, i nodi vengono al pettine, non si sfugge, anche perché - vivaddio - nel frattempo il sistema ha alzato (si fa per dire) il livello dei controlli, e oggi è po’ più complicato che in passato partecipare al gioco senza rispettare le norme del codice civile. Così, si è finiti a fare i conti con l’indice di liquidità citato da Sarri, o a non poter rinunciare nemmeno all’incasso di una partita. Prima, si erano venduti ai broadcaster televisivi ed erano strozzati dai debiti con le banche, ora i nostri club sono incalzati dalle commissioni degli agenti.

Dunque, si comprendono le difficoltà e le ristrettezze con cui si combatte anche da queste parti. E però Roma e Lazio negli ultimi anni avevano dimostrato di saper fare di necessità virtù, prendendosi pure qualche soddisfazione. Non è passato un secolo dall’ultima onorevole partecipazione nelle coppe dei giallorossi (semifinale di Europa League con il Manchester United dell’anno scorso), né dall’ultimo trofeo biancoceleste (Supercoppa italiana del 2019). E quelle squadre non erano tanto diverse né più forti di quelle che vanno in campo ora, che invece sembrano prive di ambizioni, quasi rassegnate a far passare questa stagione, ormai compromessa, ma vedrete che la prossima andrà meglio, o magari quella dopo, chissà. Già, chissà se ce la fa, diceva il motivetto di quel popolare programma tv. Noi scommettiamo che non ce la faremo, se l’unica strategia continuerà a essere fare le nozze coi fichi secchi. Un’abilità che nemmeno José Mourinho e Maurizio Sarri posseggono, e onestamente sarebbe chiedere troppo anche a loro. Dunque, cosa faranno i Friedkin e Lotito? Anzi, cosa stanno facendo? In Formula 1, quando si capisce che la macchina è sbagliata, si lavora subito e con tutte le energie a farne una giusta per la stagione successiva. Ma se le intenzioni non sono queste, se all’orizzonte di questa traversata del deserto non appaiono tracce almeno baluginanti, che bisogno c’era di prendere due allenatori così?

 

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Il Messaggero