OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Altro che luci. Ruspe a San Siro invece, ormai accadrà, sta per essere ufficiale. La delibera è arrivata. Entro cinque anni verrà giù il vecchio stadio, ricolmo di storia come pochi altri al mondo, tuttora il sito milanese più conosciuto dopo Duomo, Scala e Cenacolo. Lì vicino ne metteranno uno nuovo di pacca, scintillante e senza memoria, circondato da palazzi moderni e verde pubblico, promettono. La storia non cambia, è sempre quella della via Gluck. Stasera assisteremo al derby numero 229 dal 1910 a oggi, ma anche al primo Milan-Inter del lungo addio a San Siro, che resisterà fino al 2026 poi puf, giù tutto, forse lasceranno una tribuna a imperitura memoria.
Chissà se nel 2027, quando verrà inaugurato il nuovo tempio, le proprietà di oggi saranno le stesse, anzi è assai probabile che non lo saranno, ma l’importante, il nodo di tutto, era far partire l’operazione. E’ persino giusto che ad avviare il nuovo corso milanese dopo la Grande Crisi, quando la Juventus spopolava dopo il disimpegno di Berlusconi e Moratti, siano due proprietà straniere nella città più internazionale d’Italia, che stasera accoglierà spettatori da 135 paesi diversi e avrà 150 tv collegate. Sul tutto troneggiano i cinesi dell’Inter e gli americani del fondo Elliott per il Milan, questi ultimi veri promotori dell’operazione-stadio: da quando si sono insediati loro, nel 2018, il progetto ha avuto l’accelerazione decisiva dopo anni di stallo. Sull’impulso cino-americano sono cresciute calcisticamente anche le due squadre, a dire il vero, anzi ora rappresentano il meglio della serie A.
MILANO CAPITALE
A maggio prima e seconda come non accadeva dal 2011 (giocando sempre in un San Siro deserto, curioso), quest’anno prima e terza col Napoli tra i piedi, ma finora hanno espresso il calcio più efficace, non a caso hanno i migliori attacchi: 28 gol il Milan, 25 l’Inter.
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero