Lazio, l'unione fa la Champions

Lazio, l'unione fa la Champions
Una finale non ha bisogno di stimoli ulteriori per essere giocata al massimo. Figuriamoci se poi in ballo ci sono circa 35 milioni e la possibilità di permettere alla...

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Una finale non ha bisogno di stimoli ulteriori per essere giocata al massimo. Figuriamoci se poi in ballo ci sono circa 35 milioni e la possibilità di permettere alla Capitale di mettersi una coccarda da mostrare con fierezza a Milano. Lazio-Inter non è solo uno spareggio Champions ma molto di più. Allora bisognerà marciare tutti uniti verso un obiettivo che i biancocelesti meritano più di chiunque altro. La chance buttata via domenica a Crotone ha lasciato l’amaro in bocca soprattutto ad Inzaghi e al suo staff: «Abbiamo un altro match point davanti ai nostri meravigliosi tifosi, speriamo di regalargli questa gioia», ha detto ieri al premio Beppe Viola. Avrebbero voluto vedere un atteggiamento differente, più grinta e cattiveria. E’ questo che fa la differenza tra le grandi squadre e quelle che non lo saranno mai. Nello spogliatoio e nel viaggio di ritorno in aereo c’è stato un confronto. Il tecnico ha espresso un pensiero ben preciso: qualcuno ha pensato che bastasse andare al piccolo trotto per battere il Crotone. E la dimostrazione è che il ritmo si è alzato nel secondo tempo dopo il secondo gol subito.

VALUTAZIONI NECESSARIE
Pensieri rivolti soprattutto a Felipe Anderson che nel primo tempo non ha attaccato la profondità come avrebbe dovuto e nella ripresa che invece doveva essere più esterno per aprire il Crotone andava spesso in mezzo. Resta sempre quel dilemma che tutti i tifosi si pongono da tempo: diventerà mai un campione? Ecco che contro l’Inter domenica sera i punti interrogativi sono tantissimi. Il primo è proprio il brasiliano che spesso regala più certezze a gara in corso. Il nodo principale sono gli infortunati: Immobile, Parolo e Luis Alberto. Di sicuro stavolta, memori dell’esperienza dello scorso anno in Coppa Italia contro la Juventus lo staff non farà follie per farli rientrare. Giocheranno solo se staranno bene. A questo punto l’unico ad avere chance importanti di giocare è Immobile. Corre già da qualche giorno e la gamba risponde bene. Lui vuole esserci a tutti i costi ma la volontà non deve prevalere sulla qualità del recupero. Parolo sarà quasi sicuramente out. Impossibile vedere in campo Luis Alberto nonostante i suoi sforzi di recuperare in tempi record. Neanche il viaggio a Siviglia può fare miracoli.
POLEMICHE CONTINUE

Bisogna ragionare da squadra. Per una volta si faccia in modo che sia il simbolo sul petto a contare e non i nomi dietro. In questo senso è difficile fare valutazioni sul caso de Vrij. Una cosa è chiara: non deve influenzare negativamente lo spogliatoio. Mercoledì o giovedì ci sarà un nuovo colloquio tra giocatore e tecnico. «Lui è un professionista e un ottimo giocatore, se giocherà lo farà al meglio onorando la società, i tifosi e i compagni con cui ha condiviso tante gioie in questi anni» ha sottolineato. Ma Simone la sua scelta sembra averla già fatta. Il pensiero è questo: se sbaglia un qualsiasi altro centrale amen, ma se contro l’Inter sbaglia lui? Ecco la risposta è semplice e i tifosi questo lo hanno capito benissimo. I giocatori ragionano da aziende autonome in questi casi. Ma la “guerra” con l’Inter è apertissima. Ieri il ds nerazzurro Ausilio ha risposto a Tare: «Avevamo avvertito la Lazio a marzo». I biancocelesti però hanno l’arma dell’unità che più volte quest’anno li ha fatti emergere sugli altri. Tutti compatti verso un obiettivo che deve tingersi di biancoceleste. A spingere Immobile e compagni verso la metà ci saranno anche i tifosi. Saranno quasi 55 mila i cuori che batteranno. In settimana verrà aperta anche l’altro spicchio della curva Sud.
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Il Messaggero