Preservare De Rossi e magari Kolarov, pungolare Pellegrini, non far abbattere Schick, ripresentare i due squalificati, Dzeko e Fazio più il riposato Perotti, aggiungere...
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INTENSITÀ
Dicevamo la Roma di Napoli. Al di là degli uomini, quello che vuole l’allenatore, è rivedere lo stesso spirito, la stessa compattezza di squadra. Lo stesso cinismo davanti alla porta (e un po’ s’è visto pure contro il Torino). E’ chiaro che al San Paolo, l’idea tattica era più difensiva: il principio fondamentale era quello di aspettare e ripartire. Contro lo Shakhtar la squadra non ha nulla da aspettare, deve vincere, visto che all’andata ha perso 2-1. Di Francesco vuole una Roma che sappia imporre, e sempre, il suo calcio, ma ha capito bene che in questa fase della stagione questo non è (sempre) possibile. Contro il Torino la squadra ha dimostrato di stare bene fisicamente: il solito calo nella ripresa non c’è stato, anzi la Roma ha finito in crescendo e il meglio lo ha dato proprio nel secondo tempo. Il passaggio del turno non sposta le ambizioni, a Trigoria tutti sanno che vincere la Champions sfiora l’impossibile, ma è troppo importante (per i calciatori e per l’allenatore) crearsi una credibilità europea e (per il club) portare nelle casse un cospicuo gruzzolo di milioni. Che di questi tempi...
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Il Messaggero