La Corte Federale d’Appello della FIGC ha respinto il ricorso presentato dal Napoli in merito alle squalifica di Koulibaly, espulso a San Siro nella sfida contro...
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«In primo luogo, vista la straordinarietà e l'eccezionalità della fattispecie, la Corte ritiene ammissibile il ricorso, nonostante lo stesso sia avverso la sanzione di una sola giornata di squalifica. Nel merito, la Corte, esaminati gli atti, rileva, in primo luogo, come il comportamento sanzionato, seppur avvenuto nell'ambito di una situazione ostile per il Sig. Koulibaly, a causa dei cori razzisti che hanno caratterizzato la suddetta gara, debba necessariamente essere ritenuto come irriguardoso nei confronti dell'Arbitro». Lo spiega la Corte sportiva d'appello nazionale 1a sezione, presieduta da Piero Sandulli, nel comunicato relativo alla riunione di oggi alla quale erano presenti il calciatore del Napoli, Kalidou Koulibaly, il Presidente della Società Aurelio De Laurentiis e l'Avv. Mattia Grassani. Secondo la Corte «l'immediata concatenazione temporale tra la notifica del provvedimento di ammonizione e l'applauso rivolto dal predetto calciatore all'Arbitro rendono, infatti, evidente l'intento di quest'ultimo di contestare, attraverso un gesto ironico e di scherno, la decisione del Direttore di Gara. Totalmente inconferente, quindi, deve essere ritenuto il richiamo alla decisione di questa Corte in merito al caso che ha coinvolto il giocatore Muntari sopra ricordato. Nel precedente richiamato, infatti, le proteste che avevano determinato l'irrogazione della sanzione della squalifica a carico del predetto calciatore non erano rivolte all'Arbitro al fine di contestare il suo operato, ma erano state determinate proprio dai cori razzisti intonati dai sostenitori del Cagliari nei suoi confronti. L'Arbitro, tra l'altro, in quella occasione, non aveva compreso, in considerazione del nervosismo dello stesso calciatore - che si esprimeva in parte in italiano e in parte nella propria lingua madre - che le proteste dello stesso fossero, appunto, state determinate dalla circostanza per cui il calciatore è stato vittima di tale gravissimo comportamento discriminatorio».
«In altre parole, mentre le proteste del Sig.
Il Messaggero