«Dybala e Del Piero? Hanno in comune un gran tiro dalla distanza e questo li rende dei grandi giocatori, perché ti possono risolvere la partita anche a 30/35 metri...
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Camoranesi è tornato poi anche su Calciopoli. «A me dispiace che io e i miei colleghi siamo stati trascinati in una vicenda in cui non avevamo nessuna colpa, perché le qualità di gente come Ibrahimovic e Vieira poco c'entravano con il fatto che i dirigenti, le società e il calcio italiano avessero commesso degli errori. Per me è stato un colpo fortissimo a livello sportivo e a livello umano; siamo stati danneggiati noi calciatori, cioè la materia prima, quelli che portano avanti questo sport, non quelli che fanno business. A me sinceramente è dispiaciuto molto». Infine sulla carriera da allenatore, ha aggiunto: «devo dire che sono stato fortunato, ho avuto tanti allenatori tutti diversi tra di loro. Nella mia testa ho creato una specie di Frankenstein perché uno prende quello che gli piace da ogni tecnico. Io dico che la componente più difficile, per uno che vuole allenare, è mettere insieme diverse abilità: condurre gli allenamenti settimanali, avere a che fare con la stampa, essere bravo con i dirigenti, capire i tifosi e, soprattutto, gestire lo spogliatoio. Io l'allenatore lo immagino come un dirigente all'interno di una ditta. È quello che deve gestire le proprie risorse ed è molto importante la materia prima: la qualità del giocatore fa sempre la differenza, l'allenatore in panchina può fare una scelta giusta o sbagliata, però a scendere in campo sono i giocatori. Per questo motivo ci sono giocatori che costano 2 euro e quelli che costano 80 milioni». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero