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Nel centesimo anniversario del Centre Court, coinciso con la clamorosa esclusione da Wimbledon dei tennisti russi e bielorussi, l'edizione n.135 dei Championships è stata vinta da una tennista nata e cresciuta a Mosca, cittadina kazaka nel 2018 solo per convenienza fiscale. È Elena Rybakina la nuova regina dell'All England Club: la 23enne moscovita si è imposta in rimonta, al terzo set, sulla tunisina Ons Jabeur, n.3 del seeding (36 62 62). Un epilogo beffardo per gli organizzatori del torneo londinese che avevano bandito dal torneo i giocatori di Russia e Bielorussia come ritorsione per l'invasione in Ucraina. Una scelta controversa, arrivata sotto le incessanti pressioni del governo britannico di Boris Johnson, che, dopo le dimissioni di questi giorni, assiste alla sua debacle. Scelta che era stata fortemente criticata, che aveva portato l'ATP e la WTA a non assegnare allo Slam londinese punti validi per il ranking, oltre ad infliggere a Wimbledon una multa milionaria.
Una kazaka (nata a Mosca) regina a Londra
Ma a prendersi gioco del divieto di Londra è stato lo stesso torneo che ha premiato, a sorpresa, Rybakina, n.17 del seeding, la più giovane vincitrice dei Championships dal trionfo di Petra Kvitova nel 2011, la prima capace di rimontare in finale un set di svantaggio, dal successo di Amelie Mauresmo (2006).
Kate Middleton premia la Rybakina
A fine match è stata la Duchessa di Cambridge, Kate Middleton, a premiare Rybakina. Di giallo vestita, col il sorriso di prassi stampato sul volto, la moglie del principe William, madrina del club londinese, non si è sottratta dai suoi compiti istituzionale di rappresentanza, come da alcuni commentatori suggerito alla vigilia, nonostante l'imbarazzo generale: il no alla partecipazione dei russi era stato giustificato anche con la volontà di non esporre un membro della Famiglia Reale ad una simile situazione. «Non sono mai stata così nervosa, prima e durante la partita. Sono sollevata che sia finita perché ho subito una pressione enorme - le parole di Rybakina -. È stato un match durissimo, contro una grandissima avversaria. Ho corso così tanto che per un pezzo potrò anche non allenarmi».
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Il Messaggero