Dopo Milano-Sanremo e Giro delle Fiandre, saltano altre due Classiche Monumento: Parigi-Roubaix del 12 aprile e la Liegi-Bastogne-Liegi del 26...
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Ad aggravare la situazione di queste corse c’è anche lo stop delle compagnie aeree in Belgio, palco principale delle corse primaverili, dove Ryanair e Brussels Air Line, hanno proclamato uno stop di 4 settimane nel Paese. Solo la guerra era riuscita a fermare queste classiche del ciclismo. La Liegi-Bastogne-Liegi, chiamata la Doyenne perché è la più antica tra queste corse, nata nel 1892, è stata fermata tra il 1914 e il 1918 per la Prima Guerra Mondiale e di nuovo nel 1940-42 e 1944 sempre per il conflitto bellico. Un vero peccato questo e per il momento non sarà possibile rivedere il vincitore dell’ultima edizione, Jacob Fuglsang (Astana), duellare con il nostro Davide Formolo (UAE), secondo alle spalle del danese. Anche la Roubaix si è fermata per la guerra e nella sua storia mancano le edizioni del 1915-1918 e tra il 1940 e il 1942. Così il belga Philippe Gilbert (Lotto-Soudal), specialista delle Classiche Monumento, dovrà attendere per poter bissare il successo del 2019. Mentre la Freccia Vallone nata solo nel 1936 si è fermata nel 1940, quando il Belgio e in particolare la zona della Vallonia era sotto i fuochi nemici. Corse che hanno fatto la storia del ciclismo queste e che sono state vinte dai corridori più forti, tanto che vincere una di queste corse, è il sogno di ogni atleta, ma solo pochi riescono a realizzarlo. L’Italia aveva ben figurato lo scorso anno nelle classiche di Primavera. Alberto Bettiol (EF First), aveva vinto il Giro delle Fiandre, Davide Formolo si era guadagnato il secondo posto alla Doyenne e Diego Ulissi (UAE), aveva chiuso la Freccia Vallone al terzo posto. Come abbiamo detto non è un addio al prossimo anno questo, ma un arrivederci ad una nuova data nel 2020.
Christian Prudhomme presidente di Aso ha voluto rassicurare e non creare panico, spiegando che sta lavorando insieme alla Federazione Internazionale, guidata dal connazionale Lappartient, per ricollocare le corse annullate entro l’anno. Prudhomme ha voluto anche spiegare che a differenza del Giro d’Italia, non vede pericoli per il Tour de France, che si correrà dal 27 giugno al 19 luglio e che la situazione è in continua evoluzione Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero