Coronavirus, saltano le classiche del nord: Parigi-Roubaix, Freccia Vallone e Liegi-Bastogne-Liegi

Coronavirus, saltano le classiche del nord: Parigi-Roubaix, Freccia Vallone e Liegi-Bastogne-Liegi
di Francesca Monzone
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Martedì 17 Marzo 2020, 17:45 - Ultimo aggiornamento: 19:21

Dopo Milano-Sanremo e Giro delle Fiandre, saltano altre due Classiche Monumento: Parigi-Roubaix del 12 aprile e la Liegi-Bastogne-Liegi del 26 aprile.  Oltre a queste corse, il ciclismo non vedrà neanche la Freccia Vallone del 22 aprile  e il Tour dello Yorkshire dal 30 aprile al 3 maggio. Aso proprietaria di queste corse oltre che del Tour de France, nel suo comunicato non ha parlato di annullamento ma di rinvio delle gare all’interno dell’anno. Una finestra di ottimismo questa, che si andrebbe ad aprire però, in un calendario che di fatto ancora non esiste. 

Ad aggravare la situazione di queste corse c’è anche lo stop delle compagnie aeree in Belgio, palco principale delle corse primaverili, dove Ryanair e Brussels Air Line, hanno proclamato uno stop di 4 settimane nel Paese. Solo la guerra era riuscita a fermare queste classiche del ciclismo. La Liegi-Bastogne-Liegi, chiamata la Doyenne perché è la più antica tra queste corse, nata nel 1892, è stata fermata tra il 1914 e il 1918 per la Prima Guerra Mondiale e di nuovo nel 1940-42 e 1944 sempre per il conflitto bellico. Un vero peccato questo e per il momento non sarà possibile rivedere il vincitore dell’ultima edizione, Jacob Fuglsang (Astana), duellare con il nostro Davide Formolo (UAE), secondo alle spalle del danese. Anche la Roubaix si è fermata per la guerra e nella sua storia mancano le edizioni del 1915-1918 e tra il 1940 e il 1942. Così il belga Philippe Gilbert (Lotto-Soudal), specialista delle Classiche Monumento, dovrà attendere per poter bissare il successo del 2019. Mentre la Freccia Vallone nata solo nel 1936 si è fermata  nel 1940, quando il Belgio e in particolare la zona della Vallonia era sotto i fuochi nemici. Corse che hanno fatto la storia del ciclismo queste e che sono state vinte dai corridori più forti, tanto che vincere una di queste corse, è il sogno di ogni atleta, ma solo pochi riescono a realizzarlo. L’Italia aveva ben figurato lo scorso anno nelle classiche di Primavera. Alberto Bettiol (EF First), aveva vinto il Giro delle Fiandre, Davide Formolo si era guadagnato il secondo posto alla  Doyenne e Diego Ulissi (UAE), aveva chiuso la Freccia Vallone al terzo posto. Come abbiamo detto non è un addio al prossimo anno questo, ma un arrivederci ad una nuova data nel 2020.

Christian Prudhomme presidente di Aso ha voluto rassicurare e non creare panico, spiegando che sta lavorando insieme alla Federazione Internazionale, guidata dal connazionale Lappartient, per ricollocare le corse annullate entro l’anno. Prudhomme ha voluto anche spiegare che a differenza del Giro d’Italia, non vede pericoli per il Tour de France, che si correrà dal 27 giugno al 19 luglio e che la situazione è in continua evoluzione

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