L'angoscia di Andres Iniesta: «ogni volta che vedo la foto di una partita o di uno stadio pieno, mi sento disperato». Il fuoriclasse spagnolo esprime così...
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Iniesta è chiuso nella sua casa giapponese con la famiglia. «Ci sarà un prima e un dopo» il coronavirus. Quando riprenderà la Japan League, Iniesta avrà 36 anni (li compie l'11 maggio). Questo potrebbe essere uno spartiacque, forse il momento di guardare alla pensone e cominciare a pensare al futuro da allenatore. A lui non dispiace pensarsi futuro allenatore, ma di lasciare il calcio giocato epr ora non ha voglia. Anzi «tutto questo tmpo senza giocare mi dà l'energia per durare ancora a lungo» «Dall'inizio della pandemia, le scuole sono state chiuse, le riunioni di massa sono state cancellate. Portare la maschera e alcune misure igieniche sono cose normali qui e questo ha contribuito a ridurre la diffusione », afferma Iniesta. «Ora stiamo solo aspettando, restando a casa, uscendo il meno possibile». «Nel breve e medio termine -prosegue Iniesta- il virus è destinato ad avere un impatto sociale ed economico, a tutti i livelli. Il calcio fa parte della società; non può sfuggire a quello. Senti la responsabilità di fare la cosa giusta come persona e come persona di pubblico dominio. Ciò avrà un impatto; ci saranno misure che rimarranno sempre, cambiamenti, un prima e un dopo. Dobbiamo cercare di trarre il meglio da una situazione terribile». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero