Elena Ferrante, l’abbecedario sulla partecipazione allo Strega

Elena Ferrante, l’abbecedario sulla partecipazione allo Strega
Elena Ferrante allo Strega rinnova un Premio asfittico e vecchio; Elena Ferrante allo Strega dov’è la novità visto che è alla sua seconda partecipazione? Elena Ferrante se...

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Elena Ferrante allo Strega rinnova un Premio asfittico e vecchio; Elena Ferrante allo Strega dov’è la novità visto che è alla sua seconda partecipazione? Elena Ferrante se non entra in cinquina il Premio va buttato all’aria, se vince è una rivoluzione; Elena Ferrante se non entra in cinquina il Premio non andrà buttato all’aria, se vince non sarà una rivoluzione; Elena Ferrante fustigatrice dei salotti letterari, delle conventicole manco fosse Sergio Castellitto in “Caterina va in città” di Virzì;






Elena Ferrante rampolla della famiglia degli scrittori paraculi, che hanno scelto il silenzio come forma suprema di pubblicità: Donna Tartt, Thomas Pynchon, J.D. Salinger; Elena Ferrante artista pura senza compromessi non può stare dentro la cronaca, incistata nell’attualità; Elena Ferrante nessuno come lei ha saputo spettacolarizzare un argomento- le candidature di un premio letterario- in genere destinato agli articoli di spalla; Elena Ferrante che poi diciamolo il ciclo de “L’amica geniale” è una soap opera letteraria, una furbata pazzesca; Elena Ferrante scrive da Dio e chi non la voterà allo Strega è in malafede (è apprezzata perfino negli Usa!); Elena Ferrante che scrive le sue ragioni rispetto alla candidatura allo Strega a Repubblica è umana troppo umana; Elena Ferrante per giocare al piccolo moralista su un quotidiano bisognerebbe almeno metterci la faccia;



Elena Ferrante contano i suoi libri mica la sua biografia; Elena Ferrante se scegli l’anonimato la biografia conta eccome, non può più essere un dato scontato, trascurabile; Elena Ferrante chi vuol sparire davvero ci mette la faccia, dice chi è e si allontana (qui il contrario: si nega l’identità ma si è sempre sul pezzo); Elena Ferrante la letteratura non dev’essere un mezzo per arrivare all’autore, in fondo di Shakspeare sappiamo poco o niente; Elena Ferrante scrive un paginone su Repubblica ma poi non vuol mettere una firma in calce a un documento per ufficializzare la sua candidatura allo Strega; Elena Ferrante poverina è stata messa in mezzo da Saviano e Dandini e ormai parteciperà unicamente allo scopo di salvare la credibilità della societas letteraria (in caso di sua vittoria, beninteso); Elena Ferrante a giudicare dalla lettera inviata a Repubblica è Aldo Busi quando diceva di non sapere dove fosse casa Bellonci superato il raccordo (più un pizzico di situazionismo naïf alla Fulvio Abbate); Elena Ferrante finalmente un gesto di coraggio da parte di uno scrittore italiano, la sua lettera è un sasso scagliato dentro la palude letteraria, a increspare l’acqua stagnante; Elena Ferrante fioccano le lettere fake sui quotidiani (il fake di un fake, tecnicamente) e s’immaginano già dei sosia (ma sosia di chi?) vagare per il Ninfeo di Villa Giulia la sera della finale; Elena Ferrante il rischio sovraesposizione mediatica c’è, e poi quante “rare” interviste ha concesso ormai nel corso degli anni?; Elena Ferrante speriamo che dietro il nom de plume non si nasconda proprio uno degli Amici della domenica; Elena Ferrante se è proprio uno degli Amici della domenica che si auto-voti liberamente, perché quest’anno in gara non c’è libro più bello del suo; “A Ferra’, te scansi!?” (semi citazione da Ennio Flaiano, primo premio Strega della storia nel 1947). Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero