È il sogno nel cassetto di qualsiasi adolescente, e non solo, soprattutto di sesso femminile: riuscire un giorno a diventare Influencer. L’esempio e il mito...
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Fedez, la verità sulla rottura con J-Ax e Rovazzi: «Non rinnego nulla, ma non potevo più recitare»
Per un brand, infatti, scegliere questo team in rosa significa raggiungere ogni donna attraverso le donne, significa collocarsi al centro di una campagna mirata, coordinata da professioniste specializzate e accorte che mettono a completa disposizione un ricco background, condiviso da anni su pagine con più di 370.000 utenti unici al mese. Purtroppo è il miraggio di facile ricchezza ad alimentare la nascita di tanti corsi che spesso sono tenuti da persone non all’altezza o meglio ancora non preparate. «Proprio per questo motivo – spiega Marco Parolin, titolare dell’agenzia di influencer marketing “Two many apps” - abbiamo intenzione di avviare corsi di influencer tenuti da chi questo mestiere lo svolge ogni giorno e quindi può portare ai partecipanti la propria esperienza sul campo e non solo nozioni aleatorie».
Scorrendo i siti di molte Università o Accademie è sempre più facile trovare corsi che richiamano alla nuova figura professionale. A piazza di Spagna, per esempio, l’Accademia del Lusso organizza il corso professionale “Fashion e Luxury Influencer” della durata dai 6 ai 14 mesi, mentre L’Università E-Campus ha avviato un Master per diplomati e laureati che «nasce proprio per consentire agli aspiranti influencer di realizzare il proprio obiettivo professionale con metodo e con il massimo profitto». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero