Arte e Natura, il colore cerca l'infinito nelle opere di Alessia Fani in mostra ad Arezzo

La performance con 9 tra i più recenti dipinti di un'artista eclettica e sempre tesa a nuove sperimentazioni. L'appuntamento al Circolo degli Artisti

Opere di Alessia Fani: tre delle tele in mostra ad Arezzo e, al centro, un'immagine da un video e il suo autoritratto
Eclettica ed eccentrica, Alessia Fani usa le forme e i colori per trasmettere messaggi ironici e graffianti. Ma non solo. Dalle sue battaglie femministe al puro divertimento dello...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Eclettica ed eccentrica, Alessia Fani usa le forme e i colori per trasmettere messaggi ironici e graffianti. Ma non solo. Dalle sue battaglie femministe al puro divertimento dello spirito, spazia dai quadri all'animazione digitale, dagli oggetti di uso quotidiano che diventano opere d'arte originalissime e ricche di pathos alle caricature più fantasiose fino alle installazioni in movimento. Esprime creatività e amore per tutte le forme di vita, con gli animali spesso al centro delle sue opere e i monumenti del passato, la storia di Roma e dell'umanità che fanno da sfondo a un messaggio pieno di inquietudine ed emozioni.

Ora porta in mostra ad Arezzo nove tra i suoi dipinti più recenti, al Circolo degli Artisti (corso Italia 108), dal 22 al 28 giugno, per «mettere in scena il colore», spiega, «lasciando fuori tutto ciò che è figurativo e consentire a chiunque di spaziare con la propria fantasia in un mondo onirico universale».

Toscana di origine (di Bibbiena) e romana di adozione, lavora tra il suo studio sul Tevere e la sua dimora nella campagna aretina. In mostra, questa volta, espone tele realizzate con antiche tecniche e pigmenti naturali, a cominciare dalle terre colorate fissate con colle di lapin. Non sono la precisione e il tratto geometrico dell'architetto a dominare bensì il gesto automatico e istintivo tipico della tradizione zen, per arrivare a composizioni che sembrano immensi prati, campi fioriti, cieli sconfinati, ma anche scenari creati da un caleidoscopio o immagini disallineate che inevitabilmente si ricompongono in un ordine infallibile.

Borsa di studio a Praga per sperimentare l'animazione grafica negli anni '70, Alessia Fani diventa illustratrice e vignettista per il quotidiano femminista Effe, il giornale Strix e altri. L'animazione digitale è la nuova pagina che si apre nella vita di questa instancabile artista, e vent'anni dopo la sua produzione è ricca di corti e serie di video esilaranti, con speciali effetti sonori. C'è il capitolo della bellissima produzione di ceramiche terzo fuoco, tra scodelle, piatti e tazze con ritratti a china di invertebrati stile Ottocento e gatti, mosche, gechi, rane e chi più ne ha più ne metta. C'è la serie dei tavolini e degli sgabelli di design, realizzati con i materiali più diversi e nelle forme più originali, elementi di arredo ma anche stimolo alla fantasia creativa dell'osservatore. E le trottole, le sue amatissime trottole, che richiamano De Chirico e Savinio. E così arriviamo alle incisioni (bellissime quelle dedicate ai miti classici al femminile) e alla pittura, che si insinua con il tratto lieve ma deciso di Alessia nei momenti più belli e intimi della Natura, dalle nuvole che sembrano giganteschi batuffoli di cotone sospesi nel blu alle spighe di grano al vento, dai colori sgargianti dei campi di papaveri alle forme appena accennate dei fili d'erba, tra l'aurora e l'imbrunire.

E adesso? «Non ho idea di quel che farò», risponde con un sorriso Alessia Fani. «L'unica cosa che so è che non c'è limite al divertimento».

Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero