Alessandra Ferri, 56 anni a maggio, torna a ricoprire un ruolo creato apposta per lei e per il quale nel 2016 vinse il suo secondo Olivier Award for “Oustanding Achievement...
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Produzione pluripremiata con la regia e la coreografia di Wayne McGregor per il Royal Ballet, per la prima volta alla Scala, l'opera ruota attorno al mondo artistico e alla personalità della scrittrice nata in Inghilterra nel 1882. E che si tolse la vita il 28 marzo del 1941.
«Quando Wayne mi chiese se volevo essere coinvolta in questo progetto avevo già 50 anni e mi posi il problema se ce l'avrei fatta fisicamente - ha spiegato Alessandra Ferri, presentando il balletto che debutta il 7 aprile - Wayne mi rispose: da te voglio l'anima di Virginia Woolf».
«Un evento speciale, una proposta per pubblico e compagnia di alta qualità» ha detto il direttore del Corpo di Ballo della Scala Frederic Olivieri. «È stato creato per due grandi artisti italiani e sarebbe stato strano presentarlo qui senza di loro - ha aggiunto McGregor riferendosi alla Ferri e a Federico Bonelli - Woolf aveva una grande passione per la danza, oltre ad aver avuto una vita straordinaria circondata da artisti, noi abbiamo voluto lavorare su tre romanzi senza trascurare le sue scritture private fino al suicidio».
«Sicuramente Virginia era una persona sofferente disturbata - ha detto Max Richter che ha composto le musiche - ma superava le sue difficoltà con la creazione artistica».
Il balletto («non è materia da racconto narrativo», ha precisato il coreografo) è ispirato a romanzi di Virginia in 3 atti (I now, I Then da “La signora Dalloway”, Becomings da “Orlando” e Tuesday da “Le onde”) ma anche a lettere, saggi e diari.
Sul podio Oleg Caetani. I costumi sono di Moritz Junge. Repliche fino al 20 aprile. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero