La musica non è stata solo una passione per Adam Beyer, bensì un’ancora di salvezza. A 13 anni, subito dopo la scomparsa del papà, iniziò a...
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Grazie al primo set di piatti, quando ancora frequenta le superiori, inizia a suonare nei club della sua Stoccolma. A 16 anni firma giaà le prime produzioni. Subito dopo aver finito la scuola, nel 1995, inizia a lavorare in un negozio di dischi, facendo già uscire varie tracce con degli pseudonimi. Le serate finiscono col moltiplicarsi, in tutta la Scandinavia. Nel 1996, a 20 anni, lancia la sua etichetta, la Drumcode, con la quale metterà in risalto i principali artisti svedesi. La sua crescita sarà tale, in pochi anni, che sarà presto considerato uno dei catalizzatori della techno svedese. «Penso che farò questo lavoro per altri dieci anni – prevede – almeno a questi livelli. Ma mai dire mai: ci sono tanti miei colleghi che hanno annunciato di voler smettere prima e, invece, oggi sono ancora sui palchi. Ma forse, tra 10 anni, potrò iniziare qualcosa di nuovo». Oggi vive a Ibiza, con la famiglia – moglie, 3 figli e tanti animali – su un’isola che ha contribuito al suo benessere psicofisico: «Sento di essere diventato più spirituale. Questo posto ha aperto le porte della felicità e dell’autocoscienza».
Sabato 14 settembre, dalle 23: Spazio Novecento, piazza G. Marconi 26/B
Il Messaggero