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BRUXELLES - Gli italiani hanno la vita lavorativa più breve d'Europa: in media, lavorano quattro anni in meno rispetto agli altri europei. Ma a pesare sull'indicatore sono gli inattivi, che restano una delle emergenze del mercato del lavoro italiano. Lo rileva Eurostat, precisando che, dal 2000 a oggi, la vita lavorativa in Ue e in Italia si è allungata di tre anni.
Secondo i dati - riferiti al 2018 - a lavorare di più sono gli svedesi (41,9 anni in media), seguiti da olandesi (40,5), britannici (39,2) e finlandesi (38,6). All'estremo opposto ci sono, invece, l'Italia (31,8 anni), la Croazia (32,4) e la Grecia (32,9). In Germania la vita lavorativa media tocca i 38,7 anni, mentre in Francia i 35,4. Pienamente in media Ue, la Spagna con 35,9 anni. Ma, avverte l'istituto di statistica Ue, il dato "è fortemente influenzato" dall'effetto combinato del "numero di persone inattive in un Paese" e dell'"aspettativa di vita".
Gli uomini lavorano più a lungo (38,6 anni) delle donne (33,7 anni) in tutti gli Stati membri, salvo Lettonia e Lituania. Malta registra il più grande divario di genere (10,6 anni), seguita dall'Italia (9,4 anni), che è anche il Paese Ue dove le donne lavorano in media meno a lungo (27 anni). Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero