Maturità 2022, la professoressa: «Ma questi ragazzi tengono di più ai test universitari»

Due elaborati e addio mascherine: da oggi per oltre 500 mila giovani inizia l’esame

Maturità 2022, la professoressa: «Ma questi ragazzi tengono di più ai test universitari»
Silvia Giannì, professoressa dell'Istituto Matteucci di Roma: la maturità ha la stessa attenzione di una volta da parte dei ragazzi? ...

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Silvia Giannì, professoressa dell'Istituto Matteucci di Roma: la maturità ha la stessa attenzione di una volta da parte dei ragazzi?


«Sicuramente gli studenti sentono l'esame come una prova importante da affrontare e superare ma credo anche che, a causa degli ultimi due anni segnati dalla pandemia, si sia un po' ridotta l'attesa».
Che cosa è cambiato?
«Hanno sempre un approccio timoroso, ma non c'è più quell'impatto fortissimo con l'esame di un tempo. Hanno più un approccio disincantato e intanto guardano avanti».


Dove?
«I ragazzi dell'ultimo anno, mentre preparano la maturità, pensano anche al dopo».
A quello che faranno dopo il diploma?
«Sì, nella nostra scuola molti ragazzi andranno all'università, sanno già dove iscriversi: la facoltà più quotata è economia».
Pensano al test di ingresso, quindi?
«Sì, vale per chi punta ad entrare nelle università dove c'è il numero chiuso anche per economia. I ragazzi che vogliono entrare in una facoltà del genere si impegnano già dal quarto anno».
In che modo?
«Scelgono con attenzione le materie da approfondire».
Sono già proiettati all'università, quindi?
«Sì, per molti è così. Studiano in vista della scelta universitaria».
E la maturità?
«Affrontano l'esame con l'impegno giusto, ma sono pronti poi per fare il passaggio a settembre: studiano da un anno anche per quello. Io sono una sostenitrice dell'esame di maturità, lo ritengo un passaggio necessario, quindi li sostengo in questo momento».
È a scuola?
«Quest'anno non faccio parte di una commissione d'esame ma sono a scuola per seguire i ragazzi, visto che la dirigente è presidente di commissione in un altro istituto. So che sono vittime della pandemia: erano in terza quando ne sono venuti in contatto e la loro vita è cambiata. Vanno ascoltati».
Le sembra duque che abbiano paura?
«Speravano che alla fine andasse come negli ultimi due anni, con l'esame composto solo da una prova orale. Poi invece sono arrivati gli scritti».
Che cosa dice loro per provare a rassicurali?


«Devono sapere che l'esame, per loro, rappresenta una fase importante perché conclude un ciclo. Le prove non sono altro che percorsi che servono a farli crescere». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero