Lola viveva in Danimarca 5.700 anni fa, e questo era il suo volto. È stato ricostruito partendo dal Dna che gli scienziati sono riusciti a recuperare non da un osso o...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Tumore, obesità, asma, diabete e bullismo sono le nuove malattie dell'infanzia
Trapianto di polmoni, fegato e pancreas, Domenico si prepara a festaggiare il natale: «Sono davvero rinato»
Lola visse nel Neolitico. Probabilmente apparteneva a popolazioni arrivate in Scandinavia dall'Europa occidentale quando lo scioglimento dei ghiacci consentì agli umani di spostare i loro insediamenti più a Nord. Erano popolazioni di cacciatori-raccoglitori, vivevano di selvaggina, di pesca, di frutta selvatica. Dalla sequenza del codice genetico i ricercatori sono riusciti a capire molte cose, per esempio che la ragazza doveva avere la pelle scura, i capelli castani scuri e gli occhi azzurri. Non solo, ma dall'analisi di quel fossile sono emerse anche tracce di altro dna, da cui si sono potuti ricavare altri interessanti dettagli. C'era, per esempio, materiale genetico di nocciole e di anatra selvatica: due elementi che evidentemente avevano fatto parte della dieta di Lola. E ancora, si è riusciti a estrarre il dna di alcuni virus, per cui si è capito che la ragazza era affetta da un'infezione gengivale e forse era stata colpita da una polmonite o dalla mononucleosi.
Il pezzo di betulla masticata è stata trovata sull'isola di Lolland, nel Sud della Danimarca. Non esistono resti di esseri umani dell'epoca, dunque è la prima volta che si riesce a ricostruire il patrimonio genetico delle popolazioni neolitiche della zona. Il ritratto che si vede nella foto è ovviamente una ricostruzione parzialmente di fantasia: lo ha realizzato l'artista Tom Björklund, che è partito dalle indicazioni che gli hanno fornito sulla base di quanto rivelato dal dna. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero