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Quella telefonata sotto l'ombra di Eiffel
«Sto, davvero, chiamando Elon Musk?» pensò Kahl. Il motivo è diventato presto evidente. «Anche se Musk non è tecnicamente un diplomatico o uno statista, ho ritenuto importante trattarlo come tale, data l'influenza che aveva su questa questione», ha detto Kahl al The New Yorker.
SpaceX, la compagnia di esplorazione spaziale di Musk, ha fornito per mesi l'accesso a Internet in tutta l'Ucraina, consentendo alle forze del Paese di pianificare gli attacchi e di difendersi. Negli ultimi giorni, però, le forze armate hanno trovato la loro connettività interrotta quando sono entrate nel territorio conteso dalla Russia. E, cosa ancora più allarmante, SpaceX aveva recentemente dato un ultimatum al Pentagono: se non si fosse assunta il costo della fornitura del servizio in Ucraina, che l'azienda ha calcolato per un valore di circa quattrocento milioni di dollari all'anno, avrebbe interrotto l'accesso. «Siamo entrati nel panico perché sapevamo che l'avrebbe potuto fare», ha ricordato l'alto funzionario della difesa.
Al telefono con Musk da Parigi, Kahl era deferente. Secondo i punti di discussione non classificati della telefonata, ha ringraziato Musk per i suoi sforzi in Ucraina, ha riconosciuto i costi elevati che aveva sostenuto e ha implorato di concedergli anche solo qualche settimana per definire un contratto. Kahl ha ricordato di aver detto a Musk: «Se interrompi questa cosa, la guerra non finisce».