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Toni più pacati del solito, qualche battuta in romanesco e giusto un paio di impuntature, soprattutto sulla questione morale nel suo partito e su quella fiscale per finanziare la prossima manovra. È scivolata via così, in più di tre ore, l’attesissima conferenza stampa di fine anno della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, lunga al punto da farla prima sbottare («Sto a morì...») e poi chiedere un pausa: «Signori devo andare in bagno, non so come fare, scusatemi...Che devo fa?» Un incontro fiume ritmato da «rispetto e non sconti» chiesti in apertura dalla leader FdI, dal fuoco di fila di 42 domande, da qualche momento più personale («Fra il ruolo di premier e mia figlia Ginevra non avrei dubbi» su cosa scegliere e «Cutro è stato il momento più difficile») e dall’accusa ricorrente nelle risposte, alla sinistra come a «lobbisti, affaristi e compagnia cantante», di un qualche interesse a minare l’esecutivo.