Emanuela Orlandi e la donna romana (oggi 59enne) che rivendicò il sequestro: le lettere e il codice segreto inviati al corrispondente della Cbs a Roma

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Il riferimento alla morte di Paola Diener Nella...

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Il riferimento alla morte di Paola Diener

Nella terza lettera si leggeva: «Comunicheremo esclusivamente alla persona del segretario di Stato vaticano cardinale Agostino Casaroli il nominativo della cittadina soppressa il 5-10-1983 a causa della reprensibile condotta della segreteria vaticana». Cosa intendevano dire i sequestratori? Tre decenni dopo, nel 2013, al momento di consegnare il flauto riconosciuto dagli Orlandi e di autoaccusarsi del rapimento di Emanuela e Mirella, è stato il fotografo romano Marco Accetti, oggi 67enne, a fornire una chiave: «Parlando di "cittadina soppressa" ci riferivamo a Paola Diener, fulminata sotto la doccia il 5 ottobre 1983. Avevamo attenzionato quella giovane in quanto legata al Vaticano e sfruttammo la sua morte per far pensare alle nostre controparti che ne fossimo responsabili. In realtà, si trattò di un bluff, un modo, riuscito, per intimidire ed esercitare pressioni». Ebbene, la storia era vera: ai cronisti bastò consultare gli archivi per accertare che effettivamente, come riportato dal Messaggero il 6 ottobre 1983, Paola Diener, 33 anni, era morta «fulminata da una scarica elettrica» nella sua casa di via Gregorio VII, dove viveva con la mamma e il papà, Joseph Diener, capo-custode dell'Archivio segreto vaticano.

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