Elezioni Regionali Lazio e Lombardia, governo al test: alle urne un italiano su 4. I candidati e come si vota

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LE PARTITE DEI LEADER - GLI SCENARI POST ELEZIONI

di Francesco Malfetano

Giorgia Meloni - Fratelli d'Italia

“Quota 30” e il timore di surclassare gli alleati

«Il test è sul governo». Giorgia Meloni e gli alleati di centrodestra non l’hanno mai negato. E il fatto che alle urne andranno in 12 milioni di aventi diritto è senza dubbio una conferma. Posto però che il Lazio non vede in discussione la centralità di Fratelli d’Italia, la temperatura sulle scelte governative si misurerà più che altro al Pirellone. La Lombardia è stata il totem del centrodestra per anni e, in realtà, ha pure già sancito il cambio della guardia nella coalizione. Alle politiche, FdI ha preso il 26%, più della somma degli altri due partiti della coalizione. A settembre Forza Italia e Lega infatti sono state appaiate all’8%. Migliorare ancora questi numeri, sfiorando l’agognata “quota 30”, rischia di trasformarsi in un boomerang per Meloni. Un’umiliazione in casa, con il governatore uscente leghista assediato da un consiglio a maggioranza meloniana, può infatti risvegliare il vento del Nord che pressa Matteo Salvini attraverso i comitati locali. Idem per gli azzurri lombardi e, soprattutto, per la compagne di FI in Parlamento. Un imbizzarrimento che però verosimilmente non si tradurrà in crisi durature o improbabili rimpasti, ma costringerà Meloni a guardarsi le spalle più di prima.
Un’abitudine che, peraltro, il premier potrebbe dover sviluppare anche sul fronte interno. La pax elettorale tra il partito e il gruppo romano guidato da Rampelli può, al netto degli equilibri numerici del consiglio, portare a più di un conflitto a via della Scrofa.

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