Caldaie, asili, ricariche: le dieci variazioni per salvare la prossima rata del Pnrr

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Servizi all'infanzia

Via libera a un ulteriore bando, l'obiettivo: centrare il traguardo

di Luca Cifoni

Il capitolo “asili nido” è uno dei più delicati del Pnrr: sarebbe preoccupante se il nostro Paese non riuscisse ad usare i 4,6 miliardi complessivamente disponibili (incluse le scuole dell’infanzia) per quella che nel corso degli anni è stata considerata una priorità nazionale. L’obiettivo dichiarato dell’intervento del governo è proprio evitare che i fondi siano sfruttati tutti. Ma per ottenere questo risultato finale viene spostata in avanti una tappa intermedia quella relativa al completamento dei bandi.

Il governo ricorda che la selezione dei progetti doveva concludersi a marzo 2022; i bandi però sono stati più volte riaperti, anche per problemi relativi ai criteri scelti, inizialmente penalizzanti per i territori del Sud dove però c’è più bisogno di servizi per l’infanzia. Si è arrivati così a ottobre dello scorso anno, ma nel frattempo si era fatto sentire anche l’aumento dei costi delle materie prime. Che ha fatto rallentare gli affidamenti. La valutazione è che serva un ulteriore bando. Per fare questo nell’ambito delle regole è necessario però rivedere l’obiettivo intermedio incluso proprio tra quelli relativi alla quarta rata, che prevedeva l’aggiudicazione di tutti gli interventi entro lo scorso 30 giugno. Un traguardo che non è stato tagliato.

In questo modo dovrebbe risultare salvaguardata la finalità complessiva dell’obiettivo M4C1-1 che è quella di garantire a fine piano 228 mila posti aggiuntivi, di cui circa 152 mila per la fascia di età 0-3 anni (asili nido veri e propri) e 76 mila per quella 3-6 anni (scuola dell’infanzia).

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