Andare oltre l'8 marzo, gli interventi di Severino, Carfagna, Goitini e Salis: «Conquiste non casuali, si punti sul merito»

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Mara Carfagna: «I partiti accendano i riflettori sul merito»

Non avremo più bisogno di celebrare la festa dell’8 marzo quando potremo constatare ogni giorno che l’apprezzamento nei confronti della donna è pari a quello riconosciuto all’uomo. Purtroppo ancora non ci siamo, nonostante gli anni trascorsi dal 1977, data nella quale l’Onu istituì la giornata per i diritti della donna e della pace. Questa endiadi, donne-pace, è estremamente significativa, perchè riconosce anche il ruolo fondamentale delle donne nella costruzione di processi di pace. Così, ad esempio, è accaduto in Colombia, dove le donne hanno assunto un ruolo fondamentale nel porre fine alla guerra civile. Certamente, in Italia anche gli input legislativi sulle cosiddette quote rosa sono stati utili per picconare il muro, ma per abbatterlo è necessario un cambiamento culturale profondo che porti a scegliere donne ed uomini con identici criteri di valore, adeguatezza e merito.

Certamente molti passi avanti sono stati fatti e, significativamente, nel mondo delle istituzioni questo percorso è iniziato dall’alto, vista la compresenza di molte donne tra i leader politici e di governo. Rimangono sullo sfondo, ma non vanno dimenticate, le coraggiose battaglie giudiziarie che donne valorose hanno dovuto combattere per accedere al concorso in magistratura o per essere iscritte all’albo degli avvocati. Le maggiori difficoltà per lo sviluppo professionale e salariale si riscontrano invece ancora nelle fasce intermedie di lavoro. E’ lì che la catena di solidarietà delle donne che sono arrivate in cima dovrebbe illuminare con un faro di attenzione le tante meritevoli lasciate in ombra da criteri di scelta spesso ispirati a clichè maschili. Mi è capitato spesso di ricevere richieste di nomi femminili da inserire nei cda e di rispondere attingendoli da una lista di donne meritevoli che mi sono andata via via facendo e che si allunga ogni giorno di più. Altrettanto spesso la reazione a queste mie indicazioni è: hai proprio ragione, questa è la persona adatta, ma non ci avevo pensato. E’ proprio in questo “non ci avevo pensato” che si annida uno dei gap di crescita professionale e lavorativa delle donne. L’8 marzo mi sembra dunque il momento adatto per pensarci.

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