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Varianti Covid: rischio di ricovero 2-3 volte superiore e minaccia più grande da quella sudafricana. È questa la sintesi di uno studio sulle tre principali varianti del coronavirus finora emerse, varianti che aumentano il rischio di ricovero e di terapia intensiva, raddoppiandolo o triplicandolo a seconda dei casi, con i risultati peggiori osservati con la B.1.351, nota come sudafricana. A verificarlo è stato uno studio coordinato dal Centro europeo per il controllo delle malattie, condotto con sette paesi europei (Cipro, Estonia, Finlandia, Irlanda, Italia, Lussemburgo e Portogallo). L'analisi è stata condotta a cavallo tra il 2020 e 2021 su 19.995 casi di Covid con varianti (oltre alla sudafricana, sono state considerate la B.1.1.7, nota come inglese, e la P.1, nota come brasiliana), e 3348 casi senza varianti.
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Dei 3,2 milioni di casi riportati dai Paesi durante lo studio, quelli con la variante inglese sono stati i piú frequenti (82.3%), seguiti da quella sudafricana (1.9%) e brasiliana (1.5%). È emerso che rispetto alle persone contagiate dal virus senza variante, il rischio di ricovero con quella inglese era 1,7 volte più alto, con quella sudafricana 3,6 volte maggiore e con quella brasiliana 2,6 volte maggiore. Lo studio ha rilevato anche un maggior rischio di essere ricoverati in terapia intensiva, che è 2,3 volte maggiore con la variante inglese, 3,3 volte maggiore con quella sudafricana e 2,2 volte più alto con quella brasiliana. Tra i casi di Covid con varianti, la maggior parte sono stati casi domestici, con l'1,5% di quella inglese e brasiliana e l'8,5% di quella sudafricana importati.
Analizzando l'impatto delle varianti stratificati per fasce d'età, lo studio mostra che con la variante inglese le fasce tra i 20 e 39 anni e quella tra i 40 e 59 anni avevano rispettivamente un rischio di 3 volte e 2,3 volte maggiore di ricovero, mentre quello di terapia intensiva o morte non è variato molto. Con la sudafricana, la probabilità di ricovero in ospedale osservata è stata di 3,5-3,6 volte maggiore tra i 40-59 e 60-79 anni, mentre quella di terapia intensiva è variata di 8 volte in piú fra i 40 e 59 anni.
Con la variante brasiliana la probabilità di ricovero è aumentata tra le 3 e 13,1 volte tra i 20-39 anni, 40-59 e 60-79 anni, mentre quella di terapia intensiva è variata di 6,8 volte in piú tra 40-59 anni, 2,9 tra 60-79 e 13,9 volte in più negli over80enni. Si conferma dunque il rischio associato alle varianti di avere una forma grave di Covid, conclude l'Ecdc, e la necessità di raggiungere rapidamente alti livelli di copertura vaccinale, accompagnati dal rispetto delle misure di sanità pubblica, per ridurre l'incidenza dei casi di Covid-19 e il numero delle forme gravi.
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