Dpcm, Zangrillo: «Lombardia in zona rossa? E' un doloroso fallimento»

«La Lombardia è zona rossa? Non mi permetto di dare giudizi di ordine politico, faccio delle constatazioni di buonsenso. Avere chiuso per me è un fallimento,...

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«La Lombardia è zona rossa? Non mi permetto di dare giudizi di ordine politico, faccio delle constatazioni di buonsenso. Avere chiuso per me è un fallimento, perché avevamo la possibilità di comportarci in modo differente e non arrivare alla chiusura dolorosa che provoca tantissimi danni e non è necessario essere medico per capire. Sono dei danni non direttamente di mia pertinenza, sono danni di tutta la società». È la riflessione di Alberto Zangrillo, responsabile dell'Unità operativa di Terapia intensiva generale e Cardiovascolare dell'Irccs ospedale San Raffaele di Milano e prorettore dell'università Vita-Salute San Raffaele, che ha fatto il punto sulla situazione Covid-19, ospite della trasmissione 'Iceberg' di Telelombardia.

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Zangrillo ha spiegato che le sue parole vogliono essere «un richiamo al senso di responsabilità e a cercare di non essere dei buffoni che si fanno del male. Noi parliamo di queste cose come se fosse un problema italiano: è un problema europeo, è un problema mondiale. C'è modo e modo di affrontare le cose. Lo dobbiamo affrontare con senso di responsabilità, con raziocinio e con lucidità. Se ci facciamo prendere la mano dai numeri che tutti i giorni ci vengono sciorinati, non ne usciremo. Abbiamo gli strumenti per uscirne, l'importante è comportarsi da persone adulte e responsabili». E questa, ha assicurato, «è una speranza obiettiva, non è la speranza di un folle». 

I tamponi

«Siamo certi che questa numerosità di tamponi eseguiti risponda a un razionale? - si chiede - Pensate che la numerosità dei tamponi eseguiti e il risultato che ne traiamo possa in qualche modo aiutare per esempio noi a gestire meglio i malati? Assolutamente no, perché la tempestività di intervento, la protezione degli anziani, l'adozione di corrette misure sono completamente indipendenti dalla positività, dai nuovi positivi».

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Il Messaggero