Vaccini in sviluppo contro i super batteri, per cui gli antibiotici disponibili non funzionano più. Un'emergenza globale, responsabile dell'aumento delle infezioni...
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«Sono andato a trovare il primario di Malattie infettive all'ospedale di Pisa, Francesco Menichetti - racconta Rappuoli - per valutare la situazione e come intervenire.
«Come azienda - spiega Rappuoli - stiamo lavorando a un vaccino per il Clostridium difficile, che stiamo portando in clinica. Inoltre, a Siena il Gsk Vaccine Institute for Global Health (Gvgh), che si occupa dei batteri resistenti agli antibiotici nei Paesi in via di sviluppo, dopo i vaccini per tifo e il paratifo, ha sviluppato un vaccino contro la Salmonella invasiva non tifoidea e sta lavorando ora sulla Shighella. Sono i due batteri al mondo più resistenti agli antibiotici». Il siero contro la malattia da Salmonella invasiva non tifoidea, realizzato con una tecnologia innovativa di Gsk, sarà testato in uno studio clinico di Fase I su adulti in Europa e Africa, condotto dal consorzio Vacc-Int, progetto in partenza all'università di Siena e finanziato dalla Commissione europea. «Un passo importante», commenta lo scienziato. «È nostra intenzione - ribadisce - lavorare sempre di più su questo fronte. Gli antibiotici sono farmaci importantissimi, ma diventano obsoleti nel giro di pochi anni perché i batteri sviluppano subito resistenza. Se potessimo disporre di nuovi antibiotici, sarebbe diverso, ma negli ultimi 40 anni ne sono arrivati solo pochi sul mercato e nessuno si basa su meccanismi innovativi».
«I vaccini, che invece stanno vivendo una sorta di "età dell'oro", devono essere parte integrante della strategia contro questa minaccia. Possono risolvere il problema perché, nonostante vengano usati per decenni e decenni, non si sviluppa resistenza, come abbiamo visto per il vaiolo, che non esiste più, o la difterite», afferma Rappuoli che, con altri scienziati internazionali, ha firmato un editoriale in un supplemento speciale della rivista scientifica 'Pnas'. Una sorta di campagna a livello mondiale, per richiamare l'attenzione sul ruolo dei vaccini nella lotta ai super batteri. «Se si vuole veramente affrontare il problema e risolverlo, servono nuovi antibiotici, ma bisogna investire anche sui vaccini», conclude. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero