Campagna elettorale in retropia. Non bastavano il ritorno dell'antifascismo e quello dei saluti romani. Ecco anche l'antiberlusconismo d'antan, vero richiamo della...
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Di Maio invece, nominando a ministro di un governo che non c'è il generale Sergio Costa, mette in scena la parodia di quella geniale parodia dei golpe militari degli anni '60 e '70 che fu "Vogliamo i colonnelli". Ma Ugo Tognazzi era Ugo Tognazzi, e Giggino è Giggino. Basta così? Macché. Veltroni chiama Pci il Pd. E i dem, con il governatore pugliese Emiliano, riscoprono Giorgio Almirante la cui memoria si era persa nella storia. E dalla storia vengono tirate fuori formule che parevano sepolte nei non formidabili anni '70: il governo di unità nazionale, il governo della non sfiducia, le convergenze parallele (anche con i 5 stelle?). Ad aver capito tutto dell'Italia, come sempre, è stato Renzo Arbore. Intitolando il suo mitico programma, guarda caso ritrasmesso in tivvù, "Indietro tutta". Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero