Tra i tanti, diffusi segnali di degrado della città ve ne sono alcuni che riguardano direttamente la sua identità. Cioè, la sua immagine verso chi vi abita,...
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Mancanza di ossigeno. Dai muri, mentre resiste incontrastata la selvaggia invasione dei murales, ridotti a orpelli dai cupi colori, si lavano via per ordine di uffici competenti, quelle che profumano di storia: acqua e sapone sul graffito Vota Garibaldi, reliquia di anni post-bellici, testimonianza di un passato remoto degno di memoria. C'è anche chi, per affrontare le malevolenze del tempo contro gli alberi ad alto fusto li tratta a colpi di sega alla base, anche se sono sani e nessun esperto ne ha decretato la fine. In queste ore alla Camera dei Deputati si discute di un disegno di legge detto Pernigotti per proteggere da mani rapaci i grandi marchi della tradizione industriale italiana: bella idea. Lo stesso, ma subito, andrebbe deciso per la Capitale che è il marchio italiano che tutti ci invidiano. Sì, la Capitale torni ad essere città aperta. Carta di identità. Nome: Roma. Indirizzo: meraviglia e patrimonio del mondo. E dei romani. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero