Abusi su una sua alunna, accusata prof La studentessa: «Amo la mia insegnante»

Abusi su una sua alunna, accusata prof La studentessa: «Amo la mia insegnante»
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Nient’altro. Peccato fosse nel posto sbagliato e, soprattutto, che i ruoli e l’età non fossero consoni a una relazione, seppure platonica. Non è una torbida storia di abusi sessuali tra un’insegnante, che approfitta della fragilità di una ragazzina, e la sua alunna: la vicenda che costa a una professoressa della scuola media del Tuscolano l’accusa di atti sessuali con una minorenne, è molto più complessa. E’ una storia iniziata poco meno di un anno fa che si gioca sul filo della psicologia e della seduzione, nella quale, paradossalmente, i ruoli sembrano invertiti. L’imputata, che rischia il processo, è stata allontanata dall’istituto e potrebbe patteggiare la pena. Ma la donna, che ha circa 40 anni, e la sua allieva, che invece di anni ne ha solo 15, hanno tentato di difendere il loro amore. Così come hanno fatto le giovanissime testimoni interrogate dal pm.



LE INDAGINI

E’ nata quasi per caso l’inchiesta che ha portato all’accusa dell’insegnante. Non è stata la mamma di Claudia (il nome è di fantasia) a presentare una denuncia, ma quella di una sua compagna. Perché Claudia aveva chattato con la sua professoressa dal telefonino dell’amica e quelle conversazioni, dal tono erotico, spinto, erano rimaste nella memoria del cellulare. La donna, preoccupata, non ha ascoltato la figlia che tentava di dissuaderla e si è rivolta alla polizia postale. Gli agenti hanno impiegato un attimo a risalire alle identità, nascoste dietro i nick name. Sono andati a ritroso nella chat, hanno ritrovato le conversazioni più vecchie. E la confidenza che cresceva: «professoressa io la amo», scriveva Claudia, all’inizio. Poi era arrivato il ”tu” e l’intimità era diventata anche sessuale, seppure virtualmente.



La procura ha interrogato l’insegnante, una donna timida, quasi di altri tempi. Sconvolta dalla vicenda e dal fatto di essere finita al centro di un’inchiesta. Ha raccontato la sua versione dei fatti e come quella ragazzina le avesse stravolto l’esistenza. Niente sesso, però. Poi è toccato all’alunna: «Io la amo», ha dichiarato al pm Claudia Terracina. Non è bastato: l’accusa di atti sessuali con minore prevede anche la consensualità, ma presuppone la posizione di debolezza della vittima. Così come usualmente avviene tra insegnante e professore. Non è certo, del resto, che il sesso non sia stato consumato.


Con lei, 15 anni, ripetente, alunna della terza media, in classe, la professoressa era molto dura. Nessun favoritismo. Proprio per celare i suoi sentimenti profondi. Ma poi c’erano gli incontri fuori dalla scuola, il cinema o il teatro. Le frasi sull’esistenza e l’amore scambiate in chat. Ma anche i pensieri sul sesso e il desiderio. Poi i regali: libri, film. Un ciondolo che Claudia porta sempre al collo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero