È finito prima del tempo il doppio sit-in a 500 metri di distanza uno dall'altro. Su Torre Maura, in questi giorni al centro delle cronache romane, i riflettori si sono...
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Per lo più arrivati da fuori, i rappresentanti delle sigle sindacali di sinistra e di Casapound hanno fatto autocritica i primi e celebrato la vittoria gli altri. La tensione è salita per un attimo quando i gruppi di sinistra, Anpi, Cgil e Libera, hanno sfilato in corteo fino alla metro di via Tobagi mentre Casapound ricordava il risultato raggiunto con lo zoccolo duro dei residenti, arrivati alla spicciolata a sit-in iniziato. Accompagnati dai poliziotti alla fermata della metro Torre Maura i militanti di Casapound che, in corteo, hanno sfilato fino alla stazione urlando «difendiamo i nostri quartieri».
Sono molte le bandiere rosse della Cgil che sventolano. Dall'altra parte del quartiere ci sono le bandiere tricolore di Casapound e un grosso striscione con su scritto «Alcuni italiani non si arrendono»: il sit-in è a poche decine di metri dal centro di accoglienza svuotato dopo le accese proteste anti-nomadi dei giorni scorsi. «Difendi il tuo quartiere. Difendi la tua famiglia» c'è scritto sulla felpa di uno dei rappresentanti di Casapound. A scendere in piazza anche diversi abitanti che avevano protestato contro l'arrivo dei rom. «Qui non si vive bene, regna il degrado - dicono gli abitanti - Per anni nessuno è mai venuto a vedere come stiamo. E ora volevano portarci anche i nomadi. Siamo esasperati».
Dall'altra parte della piazza le ragioni della contromanifestazione. «Siamo a Torre Maura - ha detto il
presidente dell'Anpi di Roma Fabrizio De Santis - dove la Costituzione deve essere attuata pienamente: il diritto al lavoro, alla sanità e all'istruzione. È inammissibile che vengano autorizzate manifestazioni fasciste, non permetteremo questo disprezzo per la dignità umana».
«Il popolo italiano è democratico e antifascista. Simone (il quindicenne che durante le proteste anti-nomadi ha sfidato Casapound) è la punta dell'iceberg, il testimone del sentimento che c'è tra noi e bisogna ringraziarlo», ha aggiunto. La manifestazione è stata intitolata attingendo ad un frase in romanesco pronunciata proprio da Simone durante le proteste anti-nomadi: «Non me sta bene che no». Diverse le forze dell'ordine che presidiano il quartiere. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero